A Palazzo Wollemborg resta il commissariato del centro

In centro di Padova resterà comunque un presidio di polizia quando la questura lascerà l’attuale sede di piazzetta Palatucci per trasferirsi in via Anelli alla Stanga. Durante il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che si è svolto ieri è stato fatto un passo molto significativo. All’interno di una complessiva intesa con il questore Isabella Fusiello e il prefetto Raffaele Grassi il Comune continuerà a mettere a disposizione Palazzo Wollemborg, di proprietà di Palazzo Moroni in Riviera Ruzante 15, in modo tale che diventi il commissariato del centro storico quando la nuova grande Questura di via Anelli sarà pronta.

«Padova è una città importante e il suo centro merita un’attenzione particolare», spiega il questore Fusiello, «e in questo senso trasferire il commissariato Stanga in un palazzo che attualmente ospita altri uffici della polizia di Stato è sicuramente una buona notizia che agevolerà il nostro lavoro sotto molti aspetti, non ultimi i collegamenti già presenti con la nostra banca dati».

«Questa è evidentemente una condizione operativa molto importante ed è rafforzata da una forte richiesta dei cittadini che vi sia un presidio di polizia a tutela e servizio del quartiere centro e del cuore della città», ha spiegato invece il sindaco Giordani, «sono davvero contento che, grazie alla consueta collaborazione istituzionale, questo sarà possibile. Una città turistica come Padova ha bisogno di una protezione globale e di servizi vicini alle persone anche nel suo centro storico che custodisce gioielli dell’arte e tante attività diurne e serali. I residenti del centro possono quindi stare tranquilli: ancora una volta, con buon senso, stiamo perseguendo soluzioni equilibrate a tutela di tutti in un ottica che vuole aumentare presidio e sicurezza tanto in centro quanto in ogni quartiere. Una grande e nuova Questura per Padova, e un presidio in centro storico per proseguire quel rapporto consueto di fiducia e collaborazione tra le forze dell’ordine e la nostra gente». —



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