A scuola con il tablet al posto dei libri: ora si può al Manfredini

ESTE. Tablet al posto dei libri, Dropbox invece che lo zainetto e una Apple Tv anziché l’ormai desueta lavagna. È la “scuola 2.0”, quella che ha messo da parte il fascino della carta e che si è lasciata sedurre da app e schermi digitali. Quella che solo dieci anni fa pareva fantascienza. Già, perché nel giro di due anni al Cfp Manfredini di Este la scuola si fa in modo diverso.
Il progetto. Si chiama “iSchool Icnos: cambiando si impara” ed interessa sei istituti italiani gestiti dai Salesiani di Don Bosco. Nel Veneto, oltre a Venezia e Verona c’è anche l’istituto professionale di Este. I salesiani, nell’ambito del progetto, hanno raggiunto un accordo con la Apple per la fornitura agli studenti di iPad da adottare come strumento didattico. Al Cfp Manfredini il progetto ha portato 134 iPad, a 110 studenti e 24 insegnanti, per un totale di cinque classi. In Veneto è il primo progetto per numero di classi e docenti coinvolti. Gli insegnanti hanno già seguito un corso di formazione. Tutte le aule sono dotate di wi-fi, ed è stata attivata una nuova piattaforma per la gestione del registro elettronico che consentirà ai docenti di lavorare con voti, comunicazioni, compiti via web e ai genitori di accedere al sistema per verificare presenze, ritardi, voti.
L’insegnamento. «Materiale, dispense, schemi e ricerche sono contenute nell’iPad dei ragazzi» spiega la docente Elisa Finco «Ogni documento utilizzato per la didattica durante la lezione è contenuto nel software Dropbox, da cui ogni studente può attingere in qualsiasi momento il materiale che gli serve. Così i ragazzi non utilizzano un solo libro, come la didattica tradizionale prevede. Lo ritenevamo riduttivo. Utilizzare più fonti e più visioni allarga la mente degli studenti». «Per l’insegnamento e la didattica ci serviamo poi di applicazioni e software come Evernote, Note, Popplet, iBooks» aggiunge Giancarlo Zancanella, che al Manfredini cura l’aspetto informatico del progetto «Strumenti, questi, che favoriscono l’interazione tra studente e docente».
Gli studenti. «Quanti di voi prendono appunti col tablet e quanti con la penna?»: la risposta, per alzata di mano, ha dell’incredibile. Solo due ragazzi su venti utilizzano ancora il vecchio metodo “carta e penna”. Il resto segue la lezione e annota l’appunto direttamente sul tablet. «A parte in matematica» spiegano gli studenti «dove non esistono ancora applicazioni gratuite e facili da usare». Anche le interrogazioni, spesso e volentieri, avvengono attraverso l’iPad: «L’allievo prepara una lezione a casa attingendo alle fonti che noi consigliamo o che lui trova adatte, comprese quelle della rete come Wikipedia» spiega la Finco «Poi schematizza il tutto attraverso un programma come Popplet, quindi illustra il suo lavoro alla classe in maniera interattiva, proiettando il suo elaborato dal tablet alla Apple Tv appesa in classe».
Giochi e distrazioni. Altra domanda, questa volta con risposta ovvia: «Quanti di voi, durante la lezione, utilizzano l’iPad per navigare in internet o giocare?». Quasi tutta la classe sorride. «È un rischio che ci sentiamo di correre» ribatte la docente «Anche questo è un modo per responsabilizzare i ragazzi. C’è da dire, però, che noi possiamo visionare quando vogliamo quello che stanno facendo gli alunni con il loro tablet e a fine giornata possiamo consultare l’elenco dei siti che hanno visitato».
Che sia questo il futuro della scuola e dell’insegnamento? Certo è che quello che a noi pare un film di fantascienza, per i nativi digitali è semplicemente la realtà delle cose.
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