A Venezia un’isola del divertimento

Il progetto di Alberto Zamperla, re mondiale dei luna park, con Ca’ Foscari per Sacca San Biagio
Di Roberta De Rossi
Alberto Zamperla titolare della più grande fabbrica di giostre del mondo.
Alberto Zamperla titolare della più grande fabbrica di giostre del mondo.

VENEZIA. Una Veniceland dedicata alla Serenissima. Un parco ipertecnologico e storicamente accurato, tra giostre e teatri, ma anche laboratori di “realtà aumentata” per le scuole: a Venezia città. Tra gli applausi di chi lo vede come un’opportunità e il vade retro di chi considera già oggi la città storica come un grande luna park per soli turisti.

Un progetto pronto nei minimi particolari: un parco con tanto di ricostruzione sull’acqua della Battaglia di Lepanto con tre galee “vere” e scontri da seguire in computer animation; storia di Venezia proiettata su sei maxi-schermi 4D, da seguire all’interno di un simulatore, con il massimo degli effetti speciali; una barena (artificiale) della laguna, con tutte le sue piante naturali, da attraversare con gommone effetto-cascate e visitare anche sotto il pelo dell’acqua; un anfiteatro per spettacoli e concerti; e poi ruota panoramica, montagne russe, torre mozzafiato, giostre dell’ultima generazione che la vicentina Zamperla Spa - che firma il progetto - sta portando da decenni ovunque nel mondo, realizzando parchi divertimenti da New York alla Russia, presto, al Kazakistan.

L’idea è trasformare la degradata Sacca San Biagio - l’ex isola dell’inceneritore, chiuso negli anni Ottanta e demolito nel 2003, di fronte alla Marittima con le sue grandi navi - in un polo multi attrattivo modello Tivoli di Copenhagen. Ieri la presentazione del progetto da parte di Alberto Zamperla e del rettore di Ca’ Foscari Carlo Carraro: l’università - con i suoi dipartimenti di Studi umanistici e Scienze ambientali - ha fornito la consulenza scientifica per ricostruire senza strafalcioni la storia di Venezia e una barena che sia “originale”, in quello che viene presentato (in modo un po’ pomposo) come un “Polo dedicato a cultura, recupero di storia e antiche tradizioni lagunari, svago e tempo libero”. Un investimento da 80 milioni di euro, durata dei lavori 2 anni, la promessa di 500 posti di lavoro: 400 mila visitatori nel primo anno, in crescita fino ad 800 mila, in 5 anni. Collegamenti dal Tronchetto già concordati con Actv e, attorno all’isola, una passeggiata aperta a tutti, con zattere in laguna dove sedersi, chioschi e nella vicina Sacca Fisola, un giardino pubblico. Dentro alle mura che riprendono le architetture dell’Arsenale, tre poli: la “macchina del tempo” sulla storia di Venezia e l’area-ambiente lagunare (con studenti-guida per le scuole); i fasti del Carnevale con le giostre.

«Venezia mi ha sempre affascinato: città da sempre democratica e per mille anni mai occupata, dove politica ed economia collaboravano», racconta Zamperla, «questa è una città con un ritorno mondiale di immagine ed è qui che voglio creare questo polo “catalizzatore di opportunità” per la nostra grande industria manifatturiera veneta, ma in stretta relazione con i veneziani, recuperando un’isola totalmente degradata. La nostra idea è creare un punto di incontro tra le persone che non intralci la vita quotidiana dei veneziani, aprendo il teatro per spettacoli e concerti e stimolando, attraverso il divertimento, anche la cultura». «È un’iniziativa molto importante per Venezia, alla quale come università abbiamo dato la nostra consulenza scientifica per realizzarla al meglio», commenta entusiasta il rettore Carlo Carraro, «quando ci è stata presentata l’idea, ho subito fatto presente che Venezia ha una sensibilità particolare per questi temi e non è disponibile ad ospitare un luna park. Ma questo è diverso, è un progetto per le scuole - con percorsi storico-ambientali innovativi e rigorosi - e certo per i turisti, ma senza portarne di nuovi, ma spostandoli al di fuori dei percorsi tradizionali. Un volano economico e occupazionale importante, recuperando con la bonifica un’area degradata».

Un progetto in linea con il Piano regolatore e il Pat della città - assicurano i proponenti - e sul quale pende solo il dubbio delle bonifiche: due anni fa, si stimarono interventi per 6 milioni di euro. Ora sono in corso nuovi carotaggi: se i costi non s’impenneranno, il piano sarà formalizzato alla conferenza di servizio tra enti locali e soprintendenza chiamata ad autorizzarlo o bocciarlo. Intanto, a maggio, nel riserbo più assoluto e con soci ancora segreti, Zamperla ha fondato la Doge Srl e ha ottenuto in concessione la Sacca dal Magistrato alle acque. Nei prossimi mesi si capirà se si tratta di un altro Palais Lumière. «Quello era un progetto puramente immobiliare, nulla a che vedere con il nostro, che è un progetto tra cultura e divertimento per tutti», commenta Alberto Zamperla, «se la città gradisce, lo faremo, altrimenti sarà stato un piacevole esercizio per passione e non lo faremo qui».

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