Abito color nocciola con i fiori sul décolleté, pantaloni aderenti, braccialetto di osso ...

Abito color nocciola con i fiori sul décolleté, pantaloni aderenti, braccialetto di osso regalatomi dal titolare di una birreria e collana con due pendagli, uno bianco e uno rosso, altro omaggio di un gentilissimo tifoso. E poi ci sono loro, gli stivali neri invernali, che metterò anche stasera, a costo di morire di caldo, perché fanno parte dell'abbigliamento portafortuna delle ultime tredici settimane che non cambierei per niente al mondo ora che il Padova è a soli due passi dal sogno dei sogni, la serie A.  Sì, lo so, sono tutte cavolate. Non sarà merito del vestito se il Padova ce la farà a superare l'ultimo ostacolo. Ma la mia è diventata una divisa senza la quale mi sento perduta. So che in questa mia lucida mania sono compresa dai tifosi: sono in centinaia a portare avanti riti scaramantici, a promettere voti eccetera. Io stessa, oltre ad avere l'abbigliamento portafortuna, mi incontro con un gruppo di tifosi nello stesso locale ogni mercoledì da tredici settimane e si beve sempre un bicchiere della stessa bevanda. Guai a saltarne uno di questi mercoledì, troppa la paura che il Padova perda la sua imbattibilità: non c'è riunione di condominio, dichiarazione dei redditi o impegno familiare che tenga! La roba da stirare cresce ogni settimana ma può attendere: ora conta solo il Padova. E' il nostro modo di dire alla squadra: crediamo in te, vogliamo che tu ce la faccia. Mister Dal Canto facci sognare, El Shaarawy segna per noi, Ardemagni torna a far gol pure tu!  E poi via con la diretta «Tuttocalcio» su Telenuovo, ad urlare ad ogni rete, a trasmettere la gioia dello stadio anche a chi non è lì, a piangere, soffrire, esultare. Insieme a tutti i tifosi all'ascolto. Sono pazza? Sì, lo sono di questo Padova stratosferico, che mi ha conquistata.

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova