«Abusive le nuove strutture» Stop al cantiere della Ramina

GRANTORTO
La variante non passa in consiglio comunale, arriva un esposto anonimo in Procura che parla di “abuso edilizio”, l’ufficio tecnico effettua un sopralluogo e fa scattare l’ordinanza: stop ai lavori.
Al centro del provvedimento partito dal municipio di Grantorto c’è la Graziano Ramina Industries Srl di via Regina Elena. La società che produce tessuti-non-tessuti da utilizzare in vari campi, fra cui la produzione di mascherine, è in crescita ed ha presentato in Comune le carte per il nuovo stabilimento, che dovrebbe sorgere sull’area della ex Levio Loris Srl, il cui titolare venne arrestato nel 2009. “Dovrebbe”, perché la variante urbanistica non ha passato il vaglio del consiglio comunale. L’inghippo si è verificato il primo luglio: il consiglio era stato convocato per la variante urbanistica, 4 consiglieri su 13 erano assenti, la vicesindaca Luisana Malfatti – consulente legale dell’azienda – non aveva partecipato alla votazione. C’era da approvare lo strumento urbanistico per l’opificio di 11. 626 metri quadrati vicino alla costruzione esistente. La relazione di indagine ambientale aveva evidenziato l’assenza di inquinamento e la perequazione fra la Ramina e l’amministrazione era stata quantificata in 311 mila euro. Ma ecco il primo colpo di scena: opposizione e un pezzo di maggioranza chiedono di approfondire, la sostanza è che mancano i numeri perché la variante passi. Il 20 luglio secondo colpo di scena: un esposto anonimo arriva in Procura ed in municipio, nel mirino l’area. La magistratura, come da prassi, procede con l’iscrizione delle notizie anonime di reato. E chiede a chi di competenza di fare delle verifiche. Il 5 agosto nuovo consiglio comunale, ma la variante non è all’ordine del giorno. L’ufficio tecnico va in sopralluogo, accerta che effettivamente qualcosa non va e scatta l’ordinanza. Nei giorni scorsi il provvedimento è stato recapitato a Graziano Ramina, titolare della Graziano Ramina Industries Srl, al direttore dei lavori Enrico Ragazzo e al patròn dell’impresa costruttrice Stefano Mazzon.
Viene contestata la costruzione di un tamponamento con pannelli in lamiera, un paio di strutture in ferro con copertura e una pannellatura. Inoltre, è mancata la comunicazione prevista dalla legge per una tensostruttura temporanea di 20,30 per 70 metri. Nell’editto dei tecnici municipali viene poi contestata la mancanza del permesso di costruire di «un complesso di strutture di fondazioni costituite da plinti con diverso stato di attuazione e la realizzazione di alcuni tratti di fondazione di collegamento in particolare sull’asse ovest e sull’asse più a sud». A Ramina, Ragazzo e Mazzon – ciascuno per la propria competenza – viene ordinato di «sospendere e cessare immediatamente ogni tipo di attività edilizia». —
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