Acciaierie, attività ridotta ma più sicura e qualificata

A tre mesi esatti dalla tragedia che è costata la vita a Sergiu Todita, operaio siderurgico investito dall’onda di calore causata dalla caduta di una siviera carica di acciaio fuso a oltre 1600 gradi, il lavoro nella sede padovana di Acciaierie Venete è ripreso a ritmo serrato.
Con un milione di euro di investimenti e l’omologazione di un nuovo protocollo di movimentazione delle siviere, i lavoratori della fonderia di riviera Francia realizzano a oggi 27 colate di acciaio al giorno, contro le 29 di prima del 13 maggio. Una riduzione della produttività di circa l’8% a fronte della scelta di concentrare a Padova le produzioni a più alto valore aggiunto spostando invece gli acciai di più bassa qualità a Borgo Valsugana, l’acciaieria ex Leali Steel amministrata dal team di Alessandro Banzato.
Nessun operaio, grazie ai modificati protocolli di sicurezza, passa oggi sotto le siviere in movimento, il cui meccanismo di aggancio ha subìto modifiche strutturali inedite, mentre i livelli occupazionali rimangono invariati. «Per ora tutto procede abbastanza bene» spiega Loris Scarpa, segretario della Fiom di Padova che segue l’azienda, «tuttavia nei cuori e nelle menti dei lavoratori è rimasto il ricordo di Sergiu e la speranza che il collega Marian Bratu, ancora ricoverato, possa riprendere a stare bene».
Le 4 vittime dell’infortunio di maggio (Sergiu Todita e Marian Bratu, e i due lavoratori dell’appalto Ayama Simone Vivian e David Di Natale, feriti in modo più lieve) non sono le uniche di questi mesi in azienda. Di qualche giorno fa, l’incidente del gruista Stefano Esposito, vittima in moto di un malore dopo una cena con gli amici. «Un’ulteriore tragedia» ha continuato Scarpa «che colpisce i lavoratori di un’azienda che nel frattempo continua a investire in sicurezza e in nuove linee produttive. A settembre, dopo le ferie, faremo il punto della situazione sia sui nuovi protocolli adottati, sia sulle conseguenze occupazionali degli investimenti in corso».
Oltre al milione di euro investito per riorganizzare la linea di produzione dell’acciaio, si sta lavorando in questi mesi per il trasferimento del laminatoio del sito di via Pellico nella sede di riviera Francia. Un’operazione in grande stile, che permetterà di accogliere i 90 lavoratori di via Pellico realizzando nel contempo il primo e più grande laminatoio per l’acciaio ad alta automazione d’Europa. Una linea di produzione che sarà già attiva a settembre.
«In azienda si sta facendo la consueta manutenzione agostana» conclude il segretario della Fiom di Padova «il rientro dalle ferie porterà grosse novità per gli oltre 400 operai. Saremo attenti a difendere i diritti dei lavoratori e guarderemo con attenzione i risultati dell’introduzione delle tecnologie 4.0. Per ora l’azienda dichiara che non vi sarà alcuna variazione nei livelli occupazionali ma valuteremo la crescita della produzione proprio in relazione ai lavoratori coinvolti nel processo». —
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