AcegasAps, l’ad Cesare Pillon versa 54mila euro al Pd

Polemica a Trieste: soldi della società alla sezione padovana del partito. La replica: «Contributo a titolo personale, c’è stato un errore di trascrizione»
Cesare Pillon DS Abano MALAGOLI
Cesare Pillon DS Abano MALAGOLI

PADOVA. La polemica rimbalza dal Friuli Venezia Giulia al Veneto: il tema è quello spinoso dei finanziamenti ai partiti e nel “mirino” finiscono AcegasAps e il suo amministratore delegato Cesare Pillon. Tutto nasce da appena due righe inserite in un articolo che Repubblica ha dedicato ai rimborsi pubblici e ai finanziamenti privati ricevuti dai partiti dal 2011 al 30 aprile 2012. «Il Pd di Padova usufruisce di 54mila euro erogati dalla società energetica AcegasAps Padova-Trieste», vi si legge. Due righe, ma chiarissime, che bastano a scatenare un caso.

Piero Camber (Pdl), consigliere del Friuli Venezia Giulia, interroga il presidente della Regione Tondo per sapere, «se ciò corrispondesse al vero, quali azioni intenda intraprendere in merito». Il consigliere del Comune di Trieste Claudio Giacomelli (Pdl) deposita una domanda d’attualità, il capogruppo di Sel Marino Sossi annuncia nero su bianco «la presentazione di una mozione urgente» ritenendo la notizia «estremamente grave, tale da richiedere una verifica immediata da parte del sindaco». Scoppia, insomma, un vero e proprio caso politico.

La risposta, netta, arriva dalla stessa AcegasAps con una nota ufficiale diramata nel pomeriggio. «La notizia è priva di qualsiasi fondamento» e «AcegasAps, a nessun titolo e in nessuna forma ha mai sostenuto alcun partito politico», vi si legge. Eppure Repubblica ha riportato gli elenchi di «riceventi» - nel caso in questione «Pd di Padova», ed «eroganti» «AcegasAps Padova Trieste». E allora? Allora, ancora prima che arrivi la nota ufficiale dell’ex municipalizzata il sindaco di Trieste Cosolini chiama l’amministratore delegato Cesare Pillon, dal quale si sente ribadire che non esistono soldi AcegasAps nelle casse del Pd padovano. Più tardi, è lo stesso Pillon a definire la vicenda «una palla gigantesca. Hanno scambiato un versamento da me effettuato nel 2011 a titolo personale di erogazione liberale con un versamento di AcegasAps. Ho versato quei soldi perché io al mio partito credo». Punto. Eppure il nome di Pillon nell’elenco della Tesoreria non compare. Ma infatti, a fare ammenda ecco Giansandro Todescan, tesoriere del Pd di Padova. Che parla di una «svista di impostazione» da parte del partito nel comunicare a Roma l’erogazione di quei soldi. Anziché dichiarare provenienti dal conto corrente privato di Cesare Pillon quei 54mila euro, il partito li ha dichiarati provenienti da Pillon sì, ma aggiungendovi la carica di ad di AcegasAps. «Abbiamo già segnalato la svista, la comunicazione arriverà alla presidenza della Camera», dice Todescan. «Quel versamento è stato fatto esclusivamente a titolo personale, come del resto le altre erogazioni liberali, tracciabili e documentate dai bonifici conservati agli atti, fatte in base alla legge che regola le erogazioni liberali». In serata, in Consiglio comunale a Trieste alla domanda di attualità di Giacomelli arriva la risposta. «In base allo statuto del Pd gli iscritti che siano amministratori o nominati in enti di secondo livello sono tenuti a versare una percentuale dei loro emolumenti al partito. E così ha fatto Pillon. Anche se il Pd di Padova ha poi trattato la materia con qualche «imprecisione». Sebbene «meramente formale», chiude Todescan. (p.b.)

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