Addio a Vasco Bettin il re della movida fondò Muretto e M2
Un principe della movida, del divertimento e della socialità che ha deciso di andarsene in silenzio. È morto Vasco Bettin, il re dei locali a Padova e soprattutto sul litorale veneziano. Aveva 92 anni. I suoi funerali sono stati già celebrati in forma strettamente privata per volontà della famiglia. Lascia cinque figli e due fratelli.
Vasco Bettin era noto nel settore dei locali da ballo dagli anni ’60 in poi. Nel 1961 ha fondato a Jesolo il famoso Muretto, la discoteca che, assieme al Piper di Roma, era la più conosciuta della penisola. A Padova, invece, ha aperto, in via Tiziano Vecellio, angolo via Aspetti, l’ex M2 (che stava per “Muretto Due”), che, successivamente, si è anche chiamato Le Palais, per diventare, poi, un locale di videopoker chiuso da alcuni anni. In città ha anche gestito, negli anni ’80 il ristorante Savonarola, nella via omonima: un locale pubblico dove andavano spesso a pranzo ed a cena tantissimi personaggi del mondo della politica e dell’imprenditoria.
Ma Bettin tutti gli addetti ai lavori lo ricordano per la sua lunga e proficua gestione del Muretto, iniziata nel 1961. Ha guidato il locale di via Roma a Jesolo negli anni in cui si sono esibiti dal vivo anche Mina, le sorelle Kessler, Adriano Celentano, Patty Pravo, Barry White, James Brown, Vasco Rossi, Ray Charles e l’Equipe 84. Anni d’oro per la movida jesolana quando il Muretto era frequentato anche dalla principessa Carolina di Monaco e dal marito Stefano Casiraghi, da attori, attrici e da tanti altri personaggi del mondo dello spettacolo, della politica e dell’economia. Anche dall’ex ministro veneziano Gianni De Michelis. Anni ruggenti in cui alla consolle c’erano i più apprezzati dj della penisola, tra cui anche Nicola Parente e Nicola Grassetto.
Tra chi ha lavorato a stretto contatto con Bettin c’è anche Andrea Massaggia, oggi gestore di Villa Barbieri e del lounge bar Q. «Per me Vasco Bettin è stato un vero maestro – sottolinea – Un maestro di vita ed anche un autentico professionista che mi ha insegnato tutto quello che deve essere conosciuto per mandare avanti questo difficilissimo mestiere. Se n’è andato un grande uomo che ha dedicato tutta la sua vita al mondo variegato dei locali da ballo. Mi dispiace che il fondatore del Muretto ci abbia lasciato in un periodo così particolare per le discoteche di tutta Italia, dove le luci e le consolle sono spente a causa dei severi provvedimenti presi dal governo per cercare di contenere il Covid. Ma io il mio maestro non lo dimenticherò mai». Lo ricorda, con grande ed incommensurabile affetto, anche il figlio Matteo: «Ho perso un uomo che mi ha dato tanto. È stato un grande imprenditore, ma anche un bravissimo padre che ha saputo ben educare tutti i figli». —
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