Addio ad Antonio Zacchia ennesima vittima del radon

Un’altra vittima del gas radon nell’ex base Primo Roc sul Monte Venda. È l’ex sottoufficiale Antonio Zacchia, spirato a causa di un tumore, lunedì all’età di 72 anni. Ne avrebbe compiuti 73 proprio ieri. Antonio Zacchia è uno dei circa settanta militari morti a causa dei gas tossici respirati sul Venda.
UN CALVARIO
La vita di Antonio Zacchia è stata un calvario. La vita privata è stata segnata dalla scomparsa della prima moglie, Tosca, morta a 27 anni in un incidente in sella alla sua moto in via Montegrotto, ad Abano, investita da uno scuolabus.
Con Tosca Antonio era riuscito a mettere al mondo un figlio, Luca, che da tempo vive in Perù. Il sottoufficiale però aveva avuto modo di rifarsi una vita, sposando Gabriella Nardo, che l’ha seguito fino agli ultimi respiri con grande amore. Con Gabriella, Antonio si è anche trasferito da Torreglia alla Mandria, nel quartiere adiacente l’Oic. Ma il calvario di Antonio è stato anche e soprattutto quello della malattia. Alla base del Venda il sottoufficiale svolgeva l’attività di operatore telescriventista. Antonio ci è rimasto per ben 25 anni sul Primo Roc, respirando il gas tossico. Salvo poi trasferirsi a lavorare all’Enav di via Diaz, tra i controllori di volo. «Tredici anni fa Antonio era stato operato per un carcinoma allo stomaco», racconta la moglie Gabriella. «Sembrava tutto andare per il meglio, ma poi il tumore, nel 2016, si è diffuso al colon e nel 2017 si era propagato. Sembra abbia toccato anche i polmoni. L’anno scorso Antonio era stato operato per rimuovere una massa al colon e l’operazione aveva avuto conseguenze ben peggiori, in quanto c’è stato un errore nell’inalazione dell’anestesia. Era stato fortuitamente lesionato il midollo. Antonio era rimasto paralizzato in sedia a rotelle, salvo poi riprendere piano piano un po’di mobilità agli arti. Era tornato a fare le scale, ma ormai non era più autosufficiente. Gli ultimi giorni sono stati durissimi, tanto che da giovedì Antonio era stato sedato».
ENNESIMA VITTIMA
Antonio Zacchia è l’ennesima vittima del gas tossico radon. «Tutti i colleghi che condividevamo lo stesso ufficio di lavoro sono morti di tumore», spiega Giovanni Amato dell’Unsi Euganea (l’associazione dei sottoufficiali), anche consigliere comunale ad Abano. «Possiamo quindi pensare che anche Antonio sia deceduto a causa del gas radon. L’Unsi, con il presidente Leone Grazzini in testa, è sempre rimasto accanto ad Antonio e alla sua famiglia. Antonio ha affrontato la malattia con coraggio e pensava di farcela. Purtroppo domani (oggi ndr) lo saluteremo per l’ultima volta». Il funerale si terrà alle 15. 30 al Santuario della Madonna della Salute di Monteortone, accanto ai salesiani, che i sottoufficiali frequentavano spesso durante le loro attività.
il teatro
Antonio Zacchia aveva una passione sfrenata per i viaggi, per le compagnie e soprattutto per il teatro.
Era entrato a far parte della nota compagnia teatrale I Ricci di Abano. Con I Ricci si era divertito a recitare, anche se non era riuscito a salire sul palco nell’ultimo spettacolo “Il vizietto”. Si era tuttavia messo all’opera per preparare il prossimo, “Spqr”.
«Il teatro era diventato la sua vita», ricorda ancora la moglie Gabriella. «Riccardo Mastrolillo, Cataldo Todaro, Matteo Giosmin, Maurizio Nanà Saturno e tutti gli altri sono stati vicinissimi ad Antonio».
«Sei stato un buon amico un bravo attore e anche a volte un buon papà per tutti», si legge nella pagina de I Ricci. «Sei sempre stato un combattente e anche se questa volta sembra che la battaglia tu l’abbia persa in realtà continuerai a combattere nei nostri ricordi». ––
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