Addio al papà dei gioiellieri padovani

PADOVA. Renato Callegari è morto a 92 anni. Un altro pezzo della vecchia Padova non c’è più. I funerali si terranno mercoledì mattina, alle 10.40, nella chiesa di Ognissanti, al Portello, quartiere dove Callegari era nato e cresciuto.
La messa sarà celebrata da don Romeo alla presenza dei figli Francesco, con la moglie Giovanna, Luisetta, con al fianco Paolo e Cristina, con il marito Antonio e dei suoi, amatissimi, nipoti. Renato Callegari, sino a otto anni fa, ossia sino a quando è rimasta aperta la sua bottega di antiquariato e di gioielleria di nicchia in Via dei Soncin 16, era uno degli orafi più apprezzati e più noti del Veneto.
Come amava raccontare lui stesso, aveva cominciato il suo nobile mestiere nel negozio aperto dal padre Vittorio negli anni ’20 dopo che, quand’era ancora alle elementari, fu cacciato da «tutte le scuole del regno» perché fu sorpreso dal maestro in aula mentre stava facendo un disegno ironico, in cui si offendeva Benito Mussolini. E da quel giorno Callegari si è riversato sempre di più nell’artigianato artistico ed i suoi “piccoli, ma grandi, gioielli” sono stati apprezzati sempre di più dalla borghesia bene della città. Fino a essere ritenuto il numero uno nel settore dell’oreficeria d’epoca, che piaceva tanto anche ad un altro “mostro sacro” della Padova che non c’è più. Ossia ad Agostino Contarello, l’artista che aveva la bottega, in piazza Duomo, a soli duecento metri da quella di Renato Callegari.
In città non tutti se lo ricordano, ma, nel corso della sua vita, giornali locali e riviste nazionali, hanno esaltato, in diverse occasioni, ad esempio quando ha ricevuto il premio di maestro del Lavoro, il suo valore intramontabile. Tant’è che anche il grande Giovanni Umicini lo ha immortalato in una foto storica nel suo libro più bello. «Non perché era mio padre, ma con Renato Padova perde un pezzo prezioso della storia del Novecento della città», osserva il figlioFrancesco. «Mio papà ha dedicato la vita intera al lavoro ed alla famiglia»
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