Addio al professor Andrea Nava, scoprì il gene della morte improvvisa

Fu il primo in Italia a studiare la causa che stronca anche molti giovanissimi e sportivi come Astori. Fondò l’associazione Geca che lo ricorda: «È stato un grande nella scienza ma anche nell’umanità»

PADOVA. È stato il primo in Italia a studiare il gene che tante volte uccide gli sportivi - da Morosini ad Astori e tante altre, con meno clamore - e causa la morte improvvisa di ragazzi e ragazze in giovanissima età. Ha accompagnato pazienti e famiglie nell’indagine clinica e nella rinascita psicologica, senza mai venir meno al supporto umano, nemmeno da molto anziano. E se n’è andato in punta di piedi, il professor Andrea Nava, che all’età di 79 ha chiuso gli occhi per sempre.

«Negli anni Ottanta» spiega Paola Marcon, presidente della Geca, l’associazione “Giovani e cuore aritmico onlus”, «si cominciavano a formulare le prime diagnosi, ma ancora non si conoscevano i geni che causano la cardiopatia aritmica congenita. Io ho perso così mia madre, poi una sorella di ventisei anni e un fratello che ne aveva appena venti. Abbiamo aspettato anni prima di poter dare un nome a ciò che ce li aveva portati via, e solo intorno agli anni novanta sono stati scoperti i geni responsabili di queste morti improvvise. Il professor Nava è uno degli autori della scoperta, un medico unico nella mente e nel cuore. Aveva una grande capacità non solo di diagnosi, ma anche di far comprendere il male ai pazienti, stando loro accanto».

Grazie al lavoro del professor Nava è stato fondato, all’ospedale di Padova, il Centro clinico-genetico di cardiopatie aritmiche, dove è stata divulgata l’importanza dei controlli periodici, della prevenzione, dell’indagine su tutti i membri della famiglia. Fino all’ultimo, è stato attivissimo presidente onorario della Geca, che lo ha ricordato con una nota commossa: «Il 20 marzo è venuto a mancare il professor Andrea Nava, uno dei massimi Aritmologi Clinici Italiani, per tanti anni a capo del Centro Clinico-genetico di Cardiopatie Aritmiche del Dipartimento di Cardiologia dell’Azienda Ospedaliera di Padova. I suoi studi hanno permesso la scoperta della “Cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro” e la sua cura. Al di là delle sue indubbie capacità scientifiche, sono da evidenziare le sue grandi doti umane. Ha voluto far nascere nel 2000 un’associazione, “Giovani e Cuori Aritmici” , che raggruppasse i giovani malati e le loro famiglie, perché stando assieme potessero vivere la malattia in uno spirito di condivisione. Per mantenere vivo questo spirito, il professor Nava promuoveva dei meeting durante i quali le famiglie incontravano gli specialisti della malattia che davano aggiornamenti sulle novità in campo scientifico e sulle modalità di prevenzione. L’associazione è profondamente grata al professore per tutto quanto ha fatto e per l’umanità che ha sempre usato nei confronti di chi si rivolgeva a lui. Per tutto questo ne serberemo un indelebile e affettuoso ricordo». I funerali saranno sabato 24 marzo alle 10, nella Chiesa della Madonna Pellegrina in via D’Acquapendente.

 

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