Addio libretto universitario, i voti saranno solo on-line

Gli studenti del Bo dicono addio al libretto universitario. Dal primo di ottobre non servirà più, sostituito da una procedura online. Non si favoleggerà più, tra i corridoi di giurisprudenza, sui famosi libretti «lanciati dalla finestra» da inflessibili docenti, e non sarà più, una volta finiti gli esami, il segno tangibile di quella conquista. Da consegnare in segreteria, porgendolo come il più prezioso, il più sudato dei tesori.
Addio carta, addio firme, addio libretto: viaggerà tutto online. Dato l’esame, le valutazioni saranno pubblicate sulla piattaforma uniweb, e da lì, con un click, gli studenti potranno accettare o rifiutare. «Un po’ dispiace, perché il libretto era storia» ammette Simone Linzitto, del Sindacato degli Studenti «ma d’altro canto tutte le università d’Italia stanno andando verso l’informatizzazione, e in questo senso è stato un bene adeguarsi. Sarà un sicuro vantaggio per chi non vive a Padova, e garantirà procedure più regolamentate: prima le tempistiche per registrare gli esami erano più ampie, ma anche, a lato pratico, più a discrezione dei docenti. Ora invece sarà tutto regolato dal sistema informatico».
Positivo, nel complesso, anche il commento dell’Unione degli Studenti (Udu): «il mio primo pensiero è stato per gli studenti fuori sede» spiega la senatrice Anna Azzalin «che spesso dovevano tornare all’università solo per poter registrare il voto. Auspicabilmente» aggiunge Azzalin, «il nuovo sistema garantirà anche una valutazione più oggettiva dello studente, che sia basata sulla sua effettiva preparazione, e non sulla media dei voti precedenti. In questo momento siamo tutti un po’ spaesati, come sempre di fronte alle novità, ma ci è stato garantito che il supporto sarà efficiente, e che quindi non c’è motivo di panico».
Il dubbio dei ragazzi, suggerito ma non detto, è quello che se questo fantomatico sistema, del tutto immateriale, dovesse sfortunatamente andare in tilt, la loro intera carriera universitaria sparirebbe (almeno burocraticamente parlando) in un sol colpo.
La novità, oggi accettata abbastanza di buon grado, è anche già stata oggetto di veementi contestazioni da parte delle associazioni studentesche: con il vecchio sistema, infatti, c’era un intero anno di tempo per decidere se accettare un voto o meno. La proposta portata in Senato Accademico, invece, parlava di appena dieci giorni, che grazie alle battaglie delle associazioni si sono allungati fino a 60 (cioè entro la sessione successiva).
Silvia Quaranta
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