Addio Pallaro ex senatore che affondò il Prodi-bis
SAN GIORGIO IN BOSCO
Il “senador” si è spento, Luigi Egidio Pallaro è mancato ieri mattina a Buenos Aires, aveva 93 anni. Figura poliedrica – imprenditore affermato e politico – Pallaro è stato l’icona dell’emigrato di successo: partì giovanissimo, poco dopo la fine della seconda guerra mondiale, dalla frazione di Lobia di San Giorgio in Bosco e fece fortuna in Argentina. Intraprendente, raccontava di aver trovato subito porte aperte e nell’arco di sette mesi aveva già un’impresa. Da un punto di vista industriale e commerciale ha fondato e diretto realtà produttive nell’ambito dell’automazione, della tecnologia industriale e del settore minerario; si è affermato nel settore alimentare, commercializzando alimenti freschi e gelato, ha trasformato una superficie di terreno incolto pari a più di sei volte la Repubblica di San Marino in un’azienda agricola che esporta carne in tutto il mondo. Commendatore e Cavaliere della Repubblica, la Pro loco di San Giorgio in Bosco gli ha assegnato il Drago d’oro, la massima onorificenza della comunità, nel 2000, ma tutti in paese ricordano soprattutto l’arrivo di Pallaro dopo la sua elezione a senatore nel 2006: fu accolto con tutti gli onori dalla comunità d’origine, in testa l’allora sindaco Leopoldo Marcolongo; in sala consiliare venne allestito il set televisivo per il collegamento con “Porta a porta”. Fu corteggiatissimo, era stato eletto a Palazzo Madama nella lista indipendente Associazioni Italiane in Sud America e il suo voto divenne determinante per la nascita del secondo governo Prodi. Neanche due anni dopo, la mancata fiducia di Pallaro contribuì a far cadere l’esecutivo. Il ruolo di Pallaro è stato determinante nel tenere i collegamenti con gli italiani all’estero, fu tra i promotori della prima conferenza dell’emigrazione veneta nel 1972 e del congresso nazionale del ’74; in quell’anno fondò l’associazione “Padovani nel Mondo” che guidò fino al 1989 per poi divenirne presidente onorario. —
Silvia Bergamin
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova