Adescava i ragazzini, arrestato l’orco

di Enrico Ferro
Le sorti dell’azienda di cui è proprietario non gli interessavano più, neppure gli affari ormai riuscivano a catalizzare la sua attenzione. Le sue giornate erano interamente dedicate alla ricerca di ragazzini nei social network in internet, completamente rapito dalle orride fantasie che ormai lo ossessionavano. Chiedeva favori sessuali e in cambio era pronto a sborsare denaro per acquistare ricariche telefoniche e magliette griffate. Aldo Busatta, 57 anni, residente a Vicenza, imprenditore, è stato arrestato dalla squadra mobile di Padova. Gli investigatori del vice questore aggiunto Marco Calì gli contestano di aver commesso atti sessuali con minorenni (consenzienti) ma soprattutto lo accusano di aver adescato un ragazzino con meno di 14 anni. La sua seconda vita, le sue perversioni, sono state scoperte grazie all’intuito di una mamma che ha captato subito le stranezze nel comportamento del figlio tredicenne, rubandogli le password e intercettando le squallide conversazioni con l’adulto.
LA DENUNCIA. Lo vedeva sempre davanti al computer, anche agli orari più strani. Poi lo osservava mentre inviava messaggi al telefonino, stranamente con la scheda ricaricabile sempre colma di denaro. Sono questi i motivi per cui la mamma di un ragazzino di 13 anni si è decisa a “rubare” le password per entrare nei profili Facebook e Netlog del figlio. Nel momento in cui ha letto la corrispondenza on-line le è crollato il mondo addosso. Primo perché ha scoperto la presenza di un “orco” nella vita di suo figlio, secondo perché si è resa conto che il suo bambino era disposto a tutto pure di avere qualche soldo in più. Disperata, è corsa in questura a raccontare tutto.
L’INDAGINE. Gli agenti della squadra mobile hanno iniziato a controllare l’imprenditore vicentino, facendo luce sulla sua vita oscura. Aldo Busatta aveva creato una “corte” di ragazzini che continuava a viziare con regali e in cambio chiedeva loro foto osé e in alcuni casi anche veri e propri incontri sessuali. Ormai da tempo intratteneva rapporti con giovani di 16 e 17 anni, della province di Vicenza, Venezia, Treviso e anche di Padova.
AMICIZIE. Li cercava su Facebook, si rivolgeva a loro cercando di imitare il gergo dei giovanissimi: «Ciao Raga». Poi li convinceva a fotografarsi in pose oscene, inviando le immagini via mms. Inviava loro ricariche da 20 o 50 euro per assicurarsi la loro “fedeltà”. Con alcuni riusciva anche a concordare incontri sessuali. Gli agenti hanno acquisito prove di incontri avvenuti nelle vicinanze dei caselli autostradali e in un’occasione anche a casa di uno di questi ragazzini. «I miei genitori sono via, vieni pure a casa mia»,ha scritto via messaggio uno di questi giovani, mettendo fine così alla sua innocenza e tradendo mamma e papà completamente all’ignaro di tutto.
INTERCETTAZIONI. Ovviamente il telefono dell’orco è stato messo sotto controllo. In questo modo i poliziotti hanno potuto cristallizzare tutte le conversazioni in grado di provare la sua ossessione. Un giorno la polizia l’ha fermato nelle vicinanze del casello autostradale di Verona mentre stava per andare ad un appuntamento con un ragazzino sedicenne. L’imprenditore, spaventato per il controllo, ha telefonato all’adolescente mandando a monte l’appuntamento.
L’ARRESTO. Alla fine l’intervento della mamma padovana è stato provvidenziale. Grazie ai suoi dubbi, espressi sfidando la vergogna e vincendo la rabbia istintiva, ha scelto la strada migliore per mettere fine all’incubo. E quando gli agenti della squadra mobile di Padova si sono presentanti a casa dell’imprenditore, che vive solo, lui è sembrato quasi sollevato. Si è consegnato a loro senza dire nulla, senza opporre resistenza, senza inventare scuse, quasi come si fosse liberato di un peso ormai insopportabile.
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