Afa, altre venti persone in ospedale

PADOVA. Da venerdì scorso, professori e studenti di medicina boccheggiano all’Azienda Ospedaliera di Padova.
Il malessere, in questi giorni di forte afa e caldo torrido, è conseguenza del fatto che l’intera rete di condizionatori è stata disattivata al Palasanità, l’edificio prefabbricato che sorge a lato del Policlinico, dove trovano spazio aule studio e decine di uffici del personale universitario.
Lunedì, in particolare, le temperature nello stabile hanno sfiorato i 38 gradi. Trenta dottorandi hanno dovuto fare i conti con l’afa asfissiante mentre sostenevano un esame universitario.
«L’area amministrativa dello stabile è stata messa in stand-by dai tecnici per cercare di recuperare energia in questi giorni di eccezionale caldo», spiega Daniele Donato, direttore sanitario di via Giustiniani. «Visto che i consumi sono elevati, abbiamo deciso di privilegiare la climatizzazione in reparti e ambienti dove soggiornano i pazienti. Stiamo facendo il possibile per migliorare la situazione». Solo un paio di settimane fa, l’Azienda Ospedaliera è stata vittima di un blackout che ha causato il blocco di 138 ascensori per quindici secondi.
Intanto al Palasanità c’è chi soffre il caldo e fatica a lavorare. Come racconta Rosa Accarino, responsabile dell’area didattica del Dipartimento di medicina ed ex consigliere comunale di Cadoneghe: «Nell’arco della mattinata la situazione era insostenibile, sembrava di essere in un forno. Il termometro del nostro ufficio segnava quasi 36 gradi nonostante avessimo acceso il ventilatore al massimo. Non possiamo nemmeno aprire le finestre perché fuori ci sono i lavori in corso e un cantiere aperto». Alle 15 gli uffici sono stati chiusi in anticipo e il personale è tornato a casa. Rimane stabile invece l’afflusso di persone al Pronto Soccorso dell’ospedale padovano. Si registrano dai venti ai trenta accessi al giorno per patologie legate al caldo: malori, vertigini, stanchezza e nausea.
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