Affitti case Ater, rincari per 4mila: «I più colpiti sono anziani italiani»

Comune: il 54% ha più di 70 anni, canoni anche raddoppiati. Giordani: «Siamo preoccupati, già stanziati 200 mila euro»
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - QUADRILATERO PORTELLO
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - QUADRILATERO PORTELLO

PADOVA. Il 26 ottobre del 2017 è stato votato in Regione, su proposta della Lega, il progetto di legge n. 167 – “Norme in materia di Edilizia Residenziale Pubblica” ora legge regionale n. 39/2017. Dal primo luglio il nuovo regolamento è entrato in vigore e quindi sono scattati gli aumenti dei canoni d’affitto. Per chi abita nelle case popolari è una rivoluzione che sta gettando nel panico intere famiglie, sottolineando le loro fragilità. Il maggiore cambiamento riguarda i conteggi per il canone. Se con la vecchia legge l’affitto si calcolava in base al reddito (quello che la persona guadagnava con lavoro, pensione, indennità), ora si calcola con l’Isee Erp e dunque dentro si conteggia tutto: patrimonio, soldi da parte (ovvero i risparmi dei conto correnti), proprietà (auto compresa), ma anche il numero dei componenti familiari, la presenza di minori o disabili. Che gli alloggi siano di proprietà dei Comuni o dell’Ente regionale, non fa differenza. La legge regionale riguarda l’edilizia pubblica che mette insieme tutte le case Erp. In altre parole la casa è materia di competenza regionale e il nuovo regolamento vale per tutti gli alloggi. L’unica differenza è che le Amministrazioni gestiscono la graduatoria per le loro case, mentre l’Ater è diventata anche assegnataria con graduatoria parallela delle proprie unità.

GRANDI CAMBIAMENTI

I cambiamenti le persone li stanno toccando con mano in queste settimane. Primo, sono stati eliminati gli affitti sotto i 40 euro. Ma soprattutto ci sono gli adeguamenti. Se con la vecchia legge 2571 persone pagavano un affitto compreso tra zero e 50 euro, oggi sono appena 196 gli affitti di 40 euro; inoltre sono 2507 quelli che pagano tra 50 e 100 euro ed è lo spaccato maggiore, mentre prima erano 1278; tra 100 e 200 euro sono 1786 persone che prima erano 2160; tra 200 e 300 euro sono 1259 (prima 882); tra 300 e 400 euro sono 807 (prima solo 168); tra 400 e 500 euro sono 434 casi (prima 105); infine pagheranno oltre 500 euro 206 persone (prima 89).

COMUNE IN ALLARME

In tutto le case Erp tra Padova e provincia sono 5300, di queste 4099 sono coinvolte dagli aumenti. Dunque l’87% degli affitti sono aumentati. «Di questi», riferisce l’assessore alla casa, Marta Nalin, «il 72% ha più di 60 anni e il 54% ha più di 70 anni; inoltre più dell’80% è di origine italiana. Da settimane stiamo ricevendo segnalazioni, proteste, casi di persone in grave difficoltà. Si tratta soprattutto di anziani che in alcuni casi si sono visti raddoppiare l’affitto perché, magari, avevano messo da parte qualche soldo. Inoltre siamo preoccupati per chi ha ricevuto aumenti bassi ma che fanno la differenza tra vivere e sopravvivere. In particolare chiediamo all’Ater di rispondere al numero verde messo a disposizione perché in tanti ci dicono che non riescono a contattare gli uffici».

FUTURI SFRATTI

C’è poi un segmento, quelli del reddito Isee Erp che supera i 26 mila euro che sono a rischio sfratto: non hanno più diritto alla casa popolare. «Tra i 20 e i 26 mila euro di reddito Isee Erp», spiega la Nalin, «è prevista un’indennità di affitto che equipara la casa Ater al mercato privato. Dopo i 26 mila euro di esce fuori, tempo 24 mesi. Molte di queste persone sono anziane». «Abbiamo messo a disposizione 200 mila euro», scandisce il sindaco, Sergio Giordani, «perché siamo preoccupatissimi per i nostri anziani. Non ce l’abbiamo con nessuno, né con l’Ater né con la Regione, ma le persone devono ricevere delle risposte e serve buon senso, altrimenti si mettono in difficoltà tante persone». Con l’ultimo bando chiuso sono giunte al Comune 2 mila richieste di case popolari contro, più o meno, 200 case in mobilità. All’orizzonte dunque più d’una nube: il rischio che aumentino i casi di morosità; che il Comune sia tagliato fuori nella gestione del patrimonio; che aumentino le persone in difficoltà.

ATER

«La legge è stata applicata con ragionevolezza ed equilibrio», precisa l’avvocato Gianluca Zaramella, presidente Ater. «Il calcolo Isee Erp non è facile ma posso assicurare che non penalizza nessuna fragilità. Al contrario ci siamo trovati di fronte casi di persone con 30 mila euro di pensione, patrimoni immobiliari importanti e conti correnti molto lontani dall’indigenza (ad esempio 130 mila euro)». —


 

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