Agricoltura 4.0, trattori a guida satellitare

Il Bo studia l’applicazione di nuove tecnologie: dallo spazio le indicazioni per la cura del raccolto
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - CONVEGNO POLITICA SPAZIALE
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - CONVEGNO POLITICA SPAZIALE
Alle porte della città, dove inizia la campagna, l’agricoltura è già 4.0: i trattori a guida satellitare sono piuttosto diffusi, e in un futuro non troppo lontano saranno completamente autonomi. Non solo: presto, sempre da satellite, sarà possibile guidare le concimazioni e l’uso di pesticidi solo lì dove ce n’è realmente bisogno.


Gli studi in ambito spaziale si stanno rivelando sempre più utili anche qui, sulla Terra, ed in particolare i programmi Copernicus e Galileo dell’Agenzia Spaziale Europea stanno aprendo la strada a numerosi esperimenti, già in atto nell’area di Agripolis. «I ricevitori satellitari» spiega il professor Luigi Sartori, intervenendo nel corso del convegno “Politica spaziale europea: i programmi Copernicus e Galileo”, ieri in Archivio Antico del Bo «nel settore agricolo sono comparsi già trent’anni fa, e hanno segnato l’avvento dell’agricoltura di precisione. È un modo di fare agricoltura completamente diverso, che permette di gestire l’appezzamento o l’area destinata ad allevamento per singole unità, e non in maniera generica come si faceva prima. Questo ha portato a notevoli vantaggi per quanto riguarda la riduzione dei costi, l’aumento delle produzioni ed anche la qualità delle produzioni stesse. Ma i vantaggi ci sono anche dal punto di vista ambientale, perché si risparmiano prodotti chimici che non vanno ad inquinare l’ambiente».


Alcune innovazioni sembrano fantascienza, ma poco lontano dalle nostre case sono già realtà: «Per quanto riguarda sistemi di posizionamento» continua Sartori «c’è la guida automatica del trattori: le macchine vanno da sole, riescono a riconoscere dove sono e dove muoversi. Sono già abbastanza diffusi, anche in Veneto: gli agricoltori hanno capito che così risparmiano tempo, gasolio e prodotti chimici».


Meno diffuso, perché ancora in fase di sperimentazione, è invece il sistema delle emissioni rilevate da Sentinel, un insieme di due satelliti che fanno parte del programma europeo Copernicus: «tramite bande elettromagnetiche» spiega ancora il professor Sartori «Sentinel riesce a rilevare le radiazioni che emettono le colture, e così capisce se stanno soffrendo o no.


Questo permette di guidare le concimazioni o i trattamenti a seconda della necessità: ce ne stiamo occupando anche ad Agripolis, ma gli studi sono più recenti e quindi ancora molto in evoluzione».


Ma le possibili applicazioni dei programmi spaziali europei non si fermano al settore agricolo: un altro dipartimento coinvolto a Padova, ad esempio, è quello di Ingegneria dell’Informazione, che studia la sicurezza dei segnali Galileo.


«Il sistema Gnss (una specie di evoluzione del gps) viene già utilizzato per controllare le attività di pesca» spiega Nicola Laurenzi, ricercatore «ma il pescatore ha tutto l’interesse a falsificare i segnali, ad esempio per spostarsi in aree vietate passando inosservato. Per questo, Galileo è l’unico a prevedere un sistema di autenticazione: una specie di firma che non protegge i dati, ma il segnale stesso».


Silvia Quaranta


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