Al commissario Paroli un vitalizio da 4.803 euro

Nel 1996, quando aveva trentaquattro anni, si guadagnò uno scranno a Montecitorio per il Popolo della Libertà. Venne poi rieletto alla Cameranel 2001, nel 2006 e nel 2008, anno in cui i bresciani gli affidarono anche la fascia tricolore di sindaco. Ecco perché a 54 anni Adriano Pàroli, avvocato, nuovo primattore della politica padovana nelle vesti di commissario cittadino di Forza Italia, dopo aver vinto nel 2014 il ricorso presentato al Collegio d’appello della Camera contro l’innalzamento dell’età “pensionabile” introdotto dal governo Monti, ha diritto a un vitalizio di 4.803,30 euro.
Quello liquidato mensilmente a Paròli, consigliere comunale nella città della Leonessa e successore del dimissionario Simone Furlan dopo la defenestrazione della giunta Bitonci, non è però l’assegno più cospicuo tra quelli pagati agli ex parlamentari padovani. Il più sostanzioso (5.845,29) è quello che viene riscosso da Carlo Fracanzani, deputato democristiano, per sette legislature, dal 1968 al 1994. Fracanzani, ministro delle Partecipazioni statali nel governo De Mita (1988), confermato nel governo Andreotti VI (1989), si dimise il 27 luglio 1990 insieme agli altri ministri della Sinistra Dc (tra loro anche l’attuale presidente della Repubblica Sergio Mattarella), all’epoca titolare della Pubblica istruzione) per protesta contro la legge Mammì (la riforma radiotelevisiva che ufficializzò il duopolio Rai-Fininvest.
Tra i beneficiari del vitalizio troviamo anche un altro ex ministro: si tratta di Laura Balbo, titolare 83 anni il prossimo 30 novembre, che è stata responsabile del dicastero per le Pari opportunità nei due governi guidati da Massimo D’Alema (tra il 1998 e il 2000). L’onorevole Balbo era stata eletta nel 1983 come indipendente nelle liste del Pci e nel 1987 con la Sinistra indipendente.
Nel novero degli under 60 troviamo Flavio Rodeghiero, 56 anni, due lauree (in Giurisprudenza e in Scienze politiche, oltre a un baccellierato in Teologia), ex deputato leghista (dal 1994 al 2006, nel collegio di Cittadella), già assessore alla Cultura nella giunta Bitonci, dal giugno 2014 al luglio 2015. Rodeghiero - che ha devoluto la sua indennità di amministratore comunale a uno spciale fondo per gli indigenti - introita 4.098,96 euro. Soffierà su sessanta candeline, il 14 agosto 2017, Pietro Folena, segretario della Federazione giovanile comunista dal 1985 al 1988, eletto deputato nel 1987, rieletto nel 1992, nel 1996 e nel 2001. Nel 2006 la quinta elezione nella lista del Prc. Negli ultimi anni Folena (5.056,15 euro) si è occupato soprattutto di cultura, attraverso l’associazione Metamorfosi; cura inoltre il blog “Terra di nessuno”.
Nella fascia dei parlamentari che ricevono più di cinquemila euro al mese troviamo Paolo Giaretta (5.615,91), sindaco dc di Padova dal 1987 al 1993, senatore ulivista e poi democratico dal 1996 al 2013, sottosegretario allo Sviluppo economico nel secondo governo Prodi (dal 2006 al 2007).
Al vitalizio riconosciutogli come ex-parlamentare (4.089,96) Severino Galante - deputato di Rifondazione comunista dal 1992 al 1994 e dal 2004 al 2011 con il Pdci, può aggiungere anche quello che gli spetta come ex-consigliere regionale (2.589,26). Lo stesso vale anche per Amelia Casadei, deputato della Dc dal 1976 al 1979 (2.296,12), che è stata pure consigliere regionale dello Scudocrociato (2.005,63), e per Domenico Ceravolo, deputato dal 1958 al 1972, prma con il Psi e poi con il Psiup, che si è accomodato pure sugli scranni di Palazzo Ferro-Fini (3.165,45) per il Pci. Nel 1979 Ceravolo fu chiamato a svolgere il mandato di europarlamentare nella prima legislatura dell’aula di Strasburgo.
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