Al via a Padova la campagna “Uomini di ogni genere”: contro gli stereotipi

Un progetto di comunicazione pubblica promosso dal Comune di Padova. I 150 manifesti saranno visibili in città per tutto il mese di luglio

Prende ufficialmente il via nel territorio padovano la campagna “Uomini di ogni genere”, un progetto di comunicazione pubblica promosso dal Comune di Padova – Assessorato alle Politiche di genere, Pari Opportunità, Contrasto alla violenza di genere, e dal Centro Veneto Progetti Donna, con la collaborazione scientifica di Cosimo Marco Scarcelli, professore associato Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia applicata – FISPPA dell’Università degli Studi di Padova, e di Manolo Farci, professore associato Dipartimento di Scienze della comunicazione, Studi umanistici e internazionali – DISCUI dell’Università di Urbino. L'iniziativa è stata presentata in conferenza stampa, a Palazzo Moroni, venerdì 27 giugno.

La campagna si compone di cinque soggetti diversi, veicolati attraverso affissioni in vari punti della città e pensati per stimolare una riflessione collettiva sui modelli di maschilità ancora oggi dominanti. Ogni manifesto è accompagnato da un QR code che rimanda ad un approfondimento online, volto a fornire strumenti di lettura critica sulle rappresentazioni sociali del genere e sul loro impatto nella vita quotidiana. I 150 manifesti, di dimensione 140x200, saranno visibili in città dall’1 a fine luglio, lungo le vie: J. Avanzo, P. Bembo, G. Carducci, G. Orus, S. Marco, M. Sanmicheli, Venezia, XX Settembre, Volturno, Castelfidardo, L. Configliachi, G. Leopardi, E. Lovarini, Uruguay, Curzola, G. Duprè, G. Induno, S.M. Assunta, P. Selvatico, N. Tartaglia, L. Anelli, G. Dal Santo, T. Mamiani, N. Strampelli, Tesina. L'iniziativa di sensibilizzazione anche sul sito istituzionale del Comune www.comune.padova.it

Il titolo “Uomini di ogni genere” richiama l’urgenza di superare gli stereotipi legati al maschile e al femminile, e di riconoscere la pluralità delle esperienze e delle identità. Troppo spesso la maschilità è ancora racchiusa in un immaginario rigido che impone aspettative dannose: uomini forti, emotivamente distaccati, competitivi, lontani dai ruoli di cura e incapaci di esprimere vulnerabilità. Questo modello non solo limita la libertà individuale, ma alimenta dinamiche di disuguaglianza e violenza.

«Anche quest’anno il Comune di Padova decide di portare nelle strade e nelle piazze un dibattito ancora troppo contenuto negli ambienti degli addetti ai lavori. Il ruolo del maschile sta cambiando e discuterne pubblicamente è il modo migliore per incoraggiare gli uomini a farsi interpreti di una visione di mondo alternativa a quella patriarcale. Tanti nostri concittadini sono già parte attiva di questo mutamento: noi diciamo loro che li vediamo, li riconosciamo e siamo dalla loro parte perché è anche la parte delle donne e della loro storia di emancipazione» afferma Margherita Colonnello, assessora alle pari Opportunità.

Dice Manolo Farci, docente dell’Università di Urbino: «La ricerca accademica ci dice da tanti anni che i valori più tradizionali della maschilità hanno un impatto profondo sul nostro tessuto sociale: dalla violenza domestica al terrorismo. Nonostante ciò, il dibattito pubblico è ancora in ritardo. Invece, secondo me, è un tema che dobbiamo mettere urgentemente al centro delle agende politiche. Lavorare sugli stereotipi di genere non significa solo aiutare gli uomini a stare meglio con sé stessi, ma anche affrontare alla radice molte delle tensioni e dei problemi che ci riguardano tutti».

«Il modo in cui le maschilità vengono rappresentate nelle serie TV, nella pubblicità e nei media in generale incide sulla costruzione sociale del maschile. Proporre una campagna comunicativa che inizi a decostruire questi immaginari dominanti è un primo, ma fondamentale, passo per affrontare il tema in modo nuovo e per mettere in discussione atteggiamenti, comportamenti e credenze che producono effetti negativi non solo sugli uomini, ma sull’intera società» dichiara Cosimo Marco Scarcelli, docente dell’Università degli Studi di Padova.

Il Centro Veneto Progetti Donna, da anni in prima linea contro la violenza di genere, sottolinea l’importanza del coinvolgimento di tutte e tutti nei percorsi di trasformazione culturale:
«Non basta più chiedere agli uomini e ai ragazzi di non essere violenti: è necessario che diventino parte attiva del cambiamento, riconoscendo e contrastando anche le forme più sottili e diffuse di sessismo – spiega la presidente Mariangela Zanni – Il silenzio di fronte a battute sessiste o alla diffusione non consensuale di contenuti intimi contribuisce a mantenere inalterato lo status quo. Ma anche il ruolo di cura che è ancora appannaggio del genere femminile deve necessariamente trovare nuovi immaginari anche nella maschilità, quella sana e positiva».

La campagna sottolinea anche quanto la questione della parità di genere sia strettamente legata alla ridefinizione dei ruoli maschili. In Italia, il 75% del lavoro di cura non retribuito è ancora a carico delle donne, e la partecipazione femminile al lavoro retribuito resta significativamente più bassa rispetto a quella maschile. “Uomini di ogni genere” è dunque una chiamata collettiva alla consapevolezza, un invito rivolto a tutte e tutti a interrogarsi, a cambiare punto di vista, a prendere parola.

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