Morto Carlo Arrigo Umiltà, fondatore della neuropsicologia italiana

Professore emerito dell'Università di Padova, è stato il primo direttore della Scuola Galileiana di studi superiori. Aveva 87 anni. Il dolore della rettrice Mapelli: «Per me un maestro, mentore, amico, un vero e proprio padre accademico»

È mancato venerdì 27 giugno, all’età di 87 anni, Carlo Arrigo Umiltà, professore emerito di Neuropsicologia dell'Università di Padova, in cui è stato il primo direttore della Scuola Galileiana di studi superiori, dal 2004 al 2010.

Umiltà ha conseguito la laurea in Medicina e chirurgia all’Università di Bologna nel 1963 e la specializzazione in Psicologia all’Università di Padova nel 1967. È stato visiting professor nelle Università di Stati Uniti, Australia, Israele e Germania.

È stato membro di numerose società e riviste scientifiche, coordinatore di progetti di ricerca nazionali e internazionali e nominator del Premio Nobel per la Fisiologia o la Medicina nel 1996, 1998 e 2000. I suoi interessi scientifici e accademici hanno spaziato in molti campi della neuropsicologia, come l’attenzione, la differenziazione emisferica, la cognizione numerica, l’associazione visuo-motoria, le neuroimmagini.

L’alzabara si terrà martedì primo luglio, alle 9.30, nel cortile antico di Palazzo Bo, sede dell’Università di Padova.

Mapelli: «Per me un padre accademico»

«Una notizia inaspettata, che lascia una profonda tristezza nella comunità accademica patavina e, personalmente, grande sgomento, dolore e commozione – afferma Daniela Mapelli, rettrice dell’Università di Padova –. Carlo Arrigo Umiltà era per me un maestro, mentore, amico, un vero e proprio padre accademico. Aveva un profilo scientifico riconosciuto a livello internazionale, in Italia ha contribuito a fondare la neuropsicologia, si è sempre speso per il nostro ateneo, dove ha svolto un ruolo fondamentale nella nascita e crescita della scuola Galileiana. È per me difficile ripercorrere ora quasi quarant’anni di vita in cui lui mi ha sempre seguito. Era un signore, un animo nobile e spiritoso dotato di un humor raffinato e a volte un po’ sornione, con tantissimi e poliedrici interessi, da un amore sconfinato per la storia alla passione per i giochi da tavolo di simulazione, in compagnia dei quali poteva passare intere giornate. A livello accademico era un professore sempre molto chiaro e rispettoso, che chiedeva ai suoi collaboratori un rigore scientifico e un senso di precisione e onestà che spero di essere riuscita a fare anche mio. Oltre a essersi dedicato con passione a didattica e ricerca, è stato in grado di far percepire l’importanza di avere un radicato senso dell’istituzione per cui si lavora. Era un maestro, nel senso più completo e alto del termine, che lascia generazioni di donne e uomini che si sono formati grazie al suo saper insegnare. Mi stringo attorno alla moglie Francesca, ai figli Alberto, Alessandra e Paolo, a tutte le persone che gli hanno voluto bene e che continueranno, insieme a me, a tenere vivo il suo ricordo».

«È una notizia che ha scosso tutta la comunità della Scuola Galileiana. Il professor Umiltà ne è stato il primo direttore e ha fornito il contributo decisivo alla sua costruzione, sia dal punto di vista scientifico che dei rapporti umani che si instaurano tra chi entra a farne parte – afferma Gianguido Dall’Agata, direttore della Scuola Galileiana di Studi Superiori –. Anche dopo la quiescenza, è sempre rimasto molto legato alla Scuola e ha partecipato a tutti i momenti salienti della vita della stessa. Troveremo sicuramente un modo adeguato di ricordarlo assieme ad allieve e allievi attuali, alumnae e alumni e a tutto il corpo docente e al personale della Scuola Galileiana».

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