Allarme zanzare, a Padova triplicano le disinfestazioni

I dati diffusi dalla Cna: salgono i casi di virus tropicali trasmessi dagli insetti, tra cui Zika e Dengue. E molti padovani corrono ai ripari

Edoardo Fioretto

Non sono solo fastidiose, ma portano anche pericoli silenziosi. Non è un segreto che le zanzare stiano diventando sempre più aggressive, e che negli ultimi anni siano pure scattati allarmi per le malattie trasmissibili con le punture. A Padova, la lotta contro le arbovirosi – come Dengue, Zika e West Nile – non si combatte solo nei laboratori o nelle sedi delle Usl, ma anche nei giardini privati.

Secondo la Confederazione nazionale dell’artigianato (Cna) di Padova e Rovigo, le richieste di intervento per disinfestazioni sono più che triplicate dal 2021 al 2025.

A confermare il trend è Marco Beggiato, referente della categoria giardinieri: «Il contenimento delle arbovirosi passa dal contenimento delle zanzare». E la manutenzione del verde è cruciale, anche come presidio di salute pubblica».

Il dato di partenza è semplice quanto decisivo: secondo una ricerca dell’Università di Padova, l’80% del verde urbano ricade in aree private. Di quello pubblico, solo poco più della metà è gestito direttamente dal Comune. Ne consegue che la responsabilità di contenere la proliferazione delle zanzare – in particolare la specie aedes albopictus, la cosiddetta «tigre» – è in gran parte affidata a cittadini e privati.

Nel frattempo, i numeri delle infezioni parlano chiaro. In Veneto, nei primi sei mesi del 2025, sono già stati segnalati cinque casi di arbovirosi: tre di Chikungunya e due di Dengue, tutti d’importazione. Nell’estate precedente – spiega la Cna – solo in provincia di Padova, l’Usl aveva registrato 57 casi di West Nile (con tre decessi), 22 di Dengue, sei di Toscana virus e cinque di Tde (encefalite da zecche). Il picco si era toccato nel 2022, con oltre cinquecento casi di West Nile in tutta la regione e ventitré decessi, molti proprio nel Padovano.

In questo contesto, le imprese di giardinaggio sono diventate una linea di difesa. «Oltre alla cura del verde – sottolinea Beggiato – interveniamo in modo mirato nelle aree infestate». Le soluzioni non mancano, e non tutte comportano l’uso di insetticidi: «Utilizziamo anche prodotti biologici come l’olio di neem, a basso impatto ambientale».

Il settore, nel frattempo, è cresciuto, con decine le nuove imprese nate negli ultimi anni, spesso guidate da giovani under 30 formati grazie a percorsi specializzati.

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