ANCORA UN'ALLUVIONE Case e alberghi a mollo alle Terme: Mezzavia isolata

PADOVA. Continua l’emergenza per l’alluvione. Frane sui Colli con strade chiuse o sensi unici a Rovolon e Teolo. Famiglie ancora sfollate a Montegrotto, dove la situazione ieri è fatta più pesante, a Battaglia e Bovolenta. A Selvazzano e Rubano l’acqua è scesa, ma sono forti le polemiche. A Lozzo, invece, l’acqua arrivata dal Vicentino ha allagato un allevamento: morti 32 mila pulcini.
Ore 19.00. Este, emergenza finita: riaperti i ponti sul Bisatto. Ecco l'ultimo comunicato del Comune di Este che annuncia la fine dell'allerta per il Bisatto: "Il livello dell'acqua nel Bisatto continua a diminuire. L'evoluzione è positiva anche in considerazione delle previsioni meteo, che sono altrettanto positive. Già da stamattina è riaperto il ponte di San Pietro. Alle 17,00, a seguito di verifiche tecniche, è stato riaperto anche il ponte di Porta Vecchia. Restano per il momento chiusi il ponte della Girometta e quello di San Francesco per evitare sollecitazioni che potrebbero danneggiare le strutture. I corsi d'acqua sono comunque costantemente controllati dal Genio Civile. Il Sindaco, Giancarlo Piva, ringrazia tutti coloro che si stanno prodigando per affrontare questa emergenza, ed particolare i volontari della protezione civile, che hanno dimostrato un impegno e una preparazione esemplari".
Ore 17.30. De Poli: "Interrogazione a Zanonato sugli alberghi". Un'interrogazione al Ministero dello Sviluppo economico affinché valuti quali iniziative intenda intraprendere il Governo per porre rimedio agli ingenti danni subiti da diverse strutture alberghiere e termali nella zona di Montegrotto e Abano Terme (Padova). Lo rende noto il senatore Udc Antonio De Poli che, da Palazzo Madama, segue "con attenzione" l'evolversi della situazione dopo l'ondata di maltempo che ha colpito, in questi giorni, buona parte del Veneto e, in particolare, di Padova. "Non c'è solo un'emergenza da affrontare - sottolinea De Poli -: una volta superata, infatti, queste strutture vanno aiutate a rimettersi in piedi. Accolgo con preoccupazione l'allarme lanciato dall'Associazione Albergatori termali e il Consorzio Terme Euganee. Il comparto turistico rischia di essere messo in ginocchio: sono molte, infatti, le strutture i cui ambienti sono stati completamente sommersi dall'acqua danneggiando quadri elettrici, pompe delle piscine termali, macchinari e bloccando il riscaldamento e l'utilizzo delle vasche del fango", mette in evidenza il parlamentare Udc che invita il Governo a chiedere all'Europa "di attivare un Fondo per le calamità naturali. Serve una risposta immediata per le popolazioni colpite".
Ore 16.30. Nuova allerta per il Fratta-Gorzone e il Bisatto. In riferimento all'evoluzione meteo delle prossime ore, il Centro funzionale decentrato della Protezione civile del Veneto ha dichiarato lo stato di allarme per rischio idraulico nella aree del Po, Fissero-Tartaro- Canalbianco e Basso Adige e Basso Brenta-Bacchiglione). È stato di attenzione su Basso Piave, Sile e Bacino scolante in laguna e Livenza, Lemene e Tagliamento. Inoltre, per rischio idrogeologico, è stato di preallarme sull'area Po, Fissero-Tartaro -Canalbianco, Basso Adige, Basso Brenta-Bacchiglione e Basso Piave, Sile e Bacino scolante in laguna. Stato di attenzione sull'Alto Piave, Alto Brenta-Bacchiglione, Adige-Garda, Monti Lessini, Livenza, Lemene e Tagliamento. Lo stato di allarme per rischio idraulico è riferito ai territori dei Comuni rivieraschi del sistema Fratta-Gorzone e Bisatto
Ore 16.00. Ruffato in visita nei paesi allagati: "Più coordinamento e informazione". Sopralluogo del presidente del consiglio regionale Clodovaldo Ruffato in alcune località colpite dall’alluvione. Ieri il presidente si è incontrato con gli amministratori di Lozzo Atestino e Battaglia Terme. Oggi, a Stanghella, ha partecipato ad una riunione con i sindaci di Sant’Elena, Granze, Boara, Vescovana, Solesino, Pozzonovo, Vighizzolo. “Ho ritenuto innanzitutto mio dovere – spiega – manifestare, anche con la mia presenza, la solidarietà e la vicinanza alle popolazioni che in questi giorni stanno subendo i disagi causati dal maltempo. Ho anche ringraziato i sindaci e gli amministratori locali per l’impegno e la dedizione con cui hanno affrontato e stanno affrontando questa difficile emergenza, pur in assenza spesso, come molti di loro hanno avuto modo di rilevare, di supporto e di attività di coordinamento che altre istituzioni avrebbero dovuto meglio garantire. Se ad esempio qualcuno avesse informato il titolare dell’azienda agricola di Lozzo del pericolo incombente sul suo allevamento, forse questi avrebbe potuto mettere in salvo i suoi animali”.
Ore 15.00. Zaia incontra Letta: "Servono fondi per opere". Il governatore del Veneto Luca Zaia ha incontrato, oggi a Roma, il Presidente del consiglio Enrico Letta per chiedere fondi a seguito dell'ondata di maltempo che ha martoriato la regione. Letta ha preso atto della richiesta segnalando però, secondo le parole dello stesso Zaia, l'esistenza di problemi di cassa. «Ho incontrato il premier Letta, il sottosegretario alla Presidenza del consiglio Filippo Patroni Griffi e il ministro agli Affari regionali Graziano Delrio - riferisce il governatore - ho raccontato della situazione disastrosa del Veneto, a partire dalla grande tragedia della neve in montagna, dei danni ai tetti, agli impianti di risalita, tutto quello che rappresenta la neve come problematica in questo momento nonchè oltre un centinaio di comuni alluvionati del Veneto».
«Danni ingenti, sulle spiagge, nelle campagne, all'agricoltura, alle imprese, alle famiglie e danni alle opere pubbliche come strade, frane e smottamenti - aggiunge Zaia - tutto questo in un contesto in cui il Veneto non può tornare alla normalità di fronte ad una alluvione nel corso della quale ha piovuto di più della precedente del 2010». Per questo dice Zaia: «chiediamo a gran voce al Presidente Letta che vengano ripristinati i nostri danni». «Il presidente ha presentato quella che è una situazione di grossa difficoltà di cassa in questo momento - rileva il governatore - però noi ci limitiamo a prenderne atto, ma nelle prossime ore contiamo di avere una prima contabilità sommaria per presentare una richiesta di risarcimento danni formale»
Ore 13.30. Comincia la raccolta di fondi per Battaglia. Si è messa subito in moto la macchina della solidarietà per gli abitanti di Battaglia Terme vittime dell'alluvione. Il Comune ha aperto un conto corrente per le donazioni. Ecco l'Iban.
Ore 12.00. Ecco gli alberghi colpiti dall'alluvione alle Terme. L'Associazione Albergatori Termali Abano-Montegrotto e il Consorzio Terme Euganee giudicano preoccupant la situazione per gli hotel termali Neroniane (4 stelle), Des Bains (4 stelle), Continental (4 stelle), Luna (2 stelle), Commodore (3 stelle), mentre danni di minore entità, in parte risolti con l'utilizzo di pompe, si sono rilevati in alcune parti per lo più sotterranee degli hotel Imperial (4 stelle), Antoniano (3 stelle), Apollo (3 stelle), Marconi (3 stelle) e Bellavista (3 stelle). «Abbiamo due metri di acqua negli otto scantinati - racconta Marilena Lovo, titolare dell'hotel Continental - che hanno sommerso e rovinato irrimediabilmente pompe delle piscine, quadri elettrici, macchinari, merce, bloccato il riscaldamento e l'utilizzo delle vasche del fango. Le idrovore hanno sempre lavorato, ma l'acqua buttata fuori è rientrata inesorabilmente. La riapertura della struttura è prevista tra quindici giorni: dovremo lavorare a ritmo serrato e molto dipende dalla fuoriuscita dell'acqua».
Egualmente preoccupato Emiliano Baretella, titolare dell'hotel Des Bains: «mezzo metro d'acqua ricopre una superficie di oltre 1500 metri quadri dello stabile, relativa ad ambienti importanti dell'albergo quali il reparto cure termali, il guardaroba, i magazzini e la dispensa, locali della centrale tecnologica a servizio dell'intero hotel, centrale del gruppo di spinta antincendio, quadri elettrici principali. Le piscine interna ed esterna sono completamente sommerse, così come la loro centrale interrata. Poco o nulla hanno potuto fare le pompe ed i dispositivi idraulici di sollevamento presenti in hotel per contenere ed arginare il flusso d'acqua che in breve tempo ha investito l'intera area. Dai tombini fuoriesce acqua e da ovest continua ad arrivarne, siamo isolati in quanto a telefono ed elettricità ed abbiamo chiesto aiuto ai Vigili del Fuoco, per quanto possibile».
La situazione peggiore sembra essere quella dell'Hotel Neroniane, il cui titolare Luca Tognin racconta: «il piano terra dell'hotel è allagato e con esso gli uffici, il reparto massaggi ed inalazioni. Non abbiamo ancora la possibilità di contare i danni, ma sono stati deteriorati mobili e danneggiati tutti i locali tecnici, i seminterrati sotto la cucina, i motori delle celle frigo, le pompe delle piscine e degli idromassaggi. Da quando la canaletta nel retro dell'hotel è esondata, 10 pompe hanno lavorato per espellere l'acqua che implacabilmente rientrava nell'hotel. Ci sentivamo incapaci di bloccarla e l'unica cosa che potevamo fare era sollevare i mobili della hall e del bar. La nostra struttura vanta anche una piccola chiesetta storica andata già sott'acqua, nonchè gli scavi archeologici da poco restaurati, visitabili, valorizzati dal progetto Aquae Patavinae. Al momento non sono raggiungibili perchè completamente allagati»
Ore 11.00. Anche gli animali coinvolti nell'alluvione. 32 mila pulcini sono già annegati, ma a rischio ci sono anche 30 mila polli e un migliaio di tori nelle stalle allagate del padovano mentre nel bellunese gli allevatori sono costretti a gettare il latte che non riescono a trasportare per l'isolamento causato dalla neve. È questo il primo bilancio dei danni all'agricoltura che superano già i 10 milioni di euro, presentato dalla Coldiretti veneto al presidente nazionale Roberto Moncalvo in visita alle aree alluvionate. Le coltivazioni a seminativo in pianura di cereali - sottolinea la Coldiretti - soffrono di asfissia e il raccolto è compromesso. Non va meglio per gli ortaggi in pieno campo allagati che stanno marcendo
Ore 10.30. Centinaia di chiamate per svuotare cantine. Va lentamente migliorando la situazione nei comuni alluvionati del padovano. I problemi più gravi restano a Bovolenta, Battaglia e Montegrotto. Ma comunque il livello dell'acqua e dei canali si sta ovunque abbassando. Ad eccezione di Lozzo Atestino dove a causa di alcuni sversamenti tra consorzi di bonifica parte del comune resta allagato (cosa che sta provocando grosse difficoltà ai molti allevamenti presenti sul territorio). Centinaia le chiamate nelle ultime ore ai vigili del fuoco per prosciugamenti di cantine, garage, alberghi, scuole a Rubano, Selvazzano Dentro, Montegrotto Terme, Battaglia Terme, Megliadino San Fidenzio, Lozzo Atestino
Ore 10.00. Bovolenta tenta di tornare alla normalità. Dopo tre giorni di emergenza Bovolenta cerca di tornare alla normalità e di mettere fine ai disagi. Il Comune ha disposto dalle 10 la riapertura del centro storico e del Ponte Azzurro e disposto il rientro degli sfollati, oltre 300, buona parte dei quali però avevano già fatto ritorno a casa ieri sera. Rimane chiusa solamente via Garibaldi, nel tratto dalla farmacia all'incrocio con via Navegauro, per l'installazione della palizzata di sostegno al murazzo. L'acqua continua a scendere ma la protezione civile resta ancora mobilitata per controllare lo stato degli argini, riportare in sicurezza la località "Ponta" e monitorare i murazzi.
La situazione a Montegrotto. È stata una giornata campale, segnata dagli allagamenti, quella di ieri per Montegrotto e la sua gente. La situazione è ancora di piena emergenza nella zona di Mezzavia e al Catajo. Ieri è stato chiuso anche l'accesso alla strada statale 16, con inevitabili e pesanti disagi al traffico. Sono un centinaio le famiglie in difficoltà.
Il traffico. La chiusura dell'accesso alla strada statale 16, attraverso la nuova bretella di collegamento alla circonvallazione, ha mandato in tilt il traffico. I 40 centimetri di acqua che avevano ricoperto l’asfalto hanno convinto il sindaco Massimo Bordin e l'ingegner Maniero a chiudere l'accesso, provvedimento che è stato preso alle 4.30 di ieri mattina. Si può arrivare a Montegrotto solamente dalla Mandria e dal Ponte della Fabbrica. Code chilometriche si sono formate da Battaglia Terme verso Padova, soprattutto negli orari di punta. Rimane chiuso anche il sottopasso della circonvallazione, riempito da due milioni di litri d'acqua. Sono ancora sott’acqua, anche se la situazione tende a migliorare, via Dei Colli, via Neroniane, via Manzoni, via Vollona, via Montello, via Petrarca, via Carducci, via De Amicis e via Cavour.
La frana. Oltre alla paura per gli allagamenti, da ieri c'è a Montegrotto anche il pericolo frane. A Turri è infatti avvenuto uno smottamento in via Regazzoni Alta 1, di fronte all'abitazione di Imerio Masin. «Si tratta di una frana di 70 metri per 20», dice. «La terra ha cominciato a cedere un paio di giorni fa e ora sto cercando di mettere in sicurezza la dependance. Ho posto dei tubi per cercare di far defluire l'acqua verso il basso». Sempre a Turri è caduto martedì un albero addosso a una ragazza che passava con il suo scooter per via Catajo. Fortunatamente la motociclista se l'è cavata senza grossi danni.
Mezzavia a mollo. La situazione più critica riguarda la frazione di Mezzavia. Sono andate sott’acqua di almeno 70 centimetri via Einaudi e via Segni. Complicata anche la situazione in via Benedetto Croce, via Fratelli Bandiera e via Brenta. Proprio in via Brenta ci sono alcune famiglie in grossa difficoltà. Bice Masiero racconta: «Ho 40 centimetri di acqua in garage. Sono andate sott’acqua le macchine e il pellet per la stufa». «Ho un metro di acqua in casa», aggiunge Roberta Libero. «Sono preoccupata, perché ho anche il cane che non si muove da casa». Claudio Lazzaro: «Ho il garage e la cantina allagata e per 4 cm non mi è entrata l'acqua anche in casa come potete vedere anche voi e si è fermata al limite dell'ultimo gradino» (e non «Ho tutto il giardino pieno», come riportato in un primo momento). Michela Panozzo è disperata: «È la prima volta che accade in 13 anni che abito qui. Ho la cagnolina Carlotta che vuole uscire, ma non può». Sul posto anche un turista bolzanino, Giorgio Gioppi: «Ero a Montegrotto nel 2010 e allora mi ero beccato l'alluvione. Stavolta è successa la stessa cosa. È proprio un fatto curioso».
Alberghi in difficoltà. È emergenza anche in alcuni alberghi sampietrini, colpiti in modo pesante dall'alluvione. Si tratta del Luna (che avrebbe dovuto ospitare alcuni sfollati), del Nazioni, del Des Bains, del Commodore, dell'Apollo e dell'Imperial. Davvero complicata anche la situazione al Neroniane. «Abbiamo tutti gli scavi archeologici sommersi», spiega il proprietario Francesco Tognin. «Attendiamo la Sovrintendenza per un sopralluogo. Siamo senza elettricità e gas. Abbiamo dovuto rimuovere tutto dagli scantinati».
Scuole chiuse. Il sindaco di Montegrotto Bordin ha ordinato la chiusura fino a sabato di tutte le scuole, comprese la Vivaldi e quella di Turri, aperte ieri. Rimarranno chiusi fino a domenica anche tutti gli impianti sportivi. Allagato pure il Palaturismo.
Gli sfollati. Sono una decina gli sfollati, ospitati da parenti o in alcune strutture alberghiere. Al Centro Comunale è intanto attiva la cucina per le famiglie in difficoltà con cinque volontari impegnati. Sono già 9 mila i sacchi di sabbia distribuiti, mentre altri 12 mila sono arrivati dalla Regione. Si ritirano nella sede della protezione civile di via Circonvallazione Ovest. Il Comune sta usando sei motopompe, mentre sono due i gommoni a disposizione per raggiungere le abitazioni isolate.
La situazione a Pernumia. Miglioramento notevole a Pernumia, con il livello dell'acqua al di sotto di tutta la passerella che attraversa il Bagnarolo. Livello sceso quasi di 50 centimetri. Ponte aperto dalle prime ore del pomeriggio di ieri. Nonostante sia calato il livello restano ancora famiglie con acqua all'interno delle case. La Protezione Civile di Pernumia insieme a quella di Cittadella oggi ha anche chiuso dei fontanazzi nell'argine in vua Palù Superiore (segnalazione di Gianluca Prandato).
A Lozzo annegati 32 mila pulcini. La piena ha provocato la morte per annegamento o per il freddo di 32 mila pulcini che avevano 4-5 giorni di vita. Una vera ecatombe quella consumatasi tra la notte e il mattino di ieri in via Bellone 24, sede dell'allevamento avicolo a conduzione familiare di Fortunato Contadin. Il figlio Leonardo racconta al telefono: «Avevamo messo barriere di contenimento e durante il giorno l'acqua aveva sì cominciato a circondare il capannone, ma non era pericolosa. La situazione è degenerata intorno alle 10 di sera e la piena ha continuato a crescere fino alla mattina». Nonostante le protezioni, l’acqua ha cominciato a filtrare impaurendo i pulcini: «Abbiamo iniziato a spostare davanti le povere bestioline in tutti i modi, con le mani e con le cassette», continua Leonardo, «perché l'acqua stava entrando da dietro e poi anche lateralmente». A dare una mano ai quattro congiunti sono arrivati anche i vicini, ma nonostante il loro impegno gli animaletti sono andati incontro a una tragica sorte.
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