Antonella la nazista c’è una pista estera La Digos scriveva «Forse ha le armi»

«In ottobre inizieranno gli addestramenti della milizia nazionalsocialista... verranno eseguiti in Piemonte. Sforneremo soldati pronti a tutto, come detto più volte non ci fermerà nessuno. Per chi è interessato a unirsi a noi mi contatti... heil Hitler sempre». La donna che odia gli ebrei scriveva sul social network russo Vk e parlava agli adepti in Italia ma non solo. C’è anche una pista estera nell’indagine della Digos sul gruppo nazista che voleva costituire il “Partito nazional socialista italiano dei lavoratori”. Antonella Pavin, 48 anni, di Curtarolo, indagata e perquisita dalla Digos di Padova, è accusata di essere non solo uno dei promotori di questo folle progetto antisemita, ma anche una reclutatrice. La pista estera porta in Bulgaria.
l’inchiesta
L’indagine della Dda di Caltanissetta, partita da Enna, ha individuato importanti ramificazioni anche in Veneto, tra Vicenza e Verona, e poi nel padovano. Subito è emersa la figura di questa donna apparentemente normale, con una vita da madre, moglie e impiegata in uno studio contabile. Il suo lato oscuro celava un’anima nera come la pece, nutrita da ideali nazisti e xenofobi e da una cultura antisemita e negazionista. «Il nostro programma è andare al potere» diceva al telefono, parlando con un altro responsabile. «Tanto non c’è alcun partito che abbia i co... per farlo». Pavin scambiava idee in libertà con Luigi Forte, il quale raccontava della sua decennale permanenza in Spagna e della sua attuale adesione al gruppo europeo “Aryan white machines”, che si riunisce a Varsavia il 28 novembre di ogni anno. Durante questa conversazione Antonella Pavin espone tutta la sua fede hitleriana e dice di aver fatto parte del “Gruppo Cittadella”, altra informazione che gli investigatori della Digos vogliono approfondire. Dunque il progetto comune è quello di creare una struttura per reclutare camerati. Forte le parla di un tale Hristo, un amico bulgaro che fa parte degli “Aryan white machines”, il quale vuole “irrompere e portare il sole nero e le bandiere giuste”. Rilevanti anche le conversazioni con la milanese Francesca Rizzi.
cercavano armi
Nell’abitazione di Antonella Pavin la polizia pensava di trovare armi, o almeno questo si evinceva dal tenore delle conversazioni. “Sulla scorta degli accertamenti appare probabile che l’indagata possa detenere presso la propria abitazione, ovvero, nelle pertinenze della stessa, armi da fuoco, strumenti atti ad offendere e/o esplosivi”. Armi non ne sono state trovate ma bandiere con svastiche e altro materiale propagandistico sì. I poliziotti hanno sequestrato telefono e computer e saranno oggetto di altri approfondimenti di ordine tecnico.
la difesa
Antonella Pavin, difesa dall’avvocato Alberto Toniato di Padova, respinge ogni accusa. «Nessun reclutamento, nessuna intenzione di fondare un partito, queste sono solamente le mie idee» si difende. E infatti non nega di odiare gli ebrei dicendo addirittura che nei campi di concentramento «c’erano piscine, cinema e teatri». —
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