Appalto Arpav, escluse ditte di calibro
Verifiche sul rispetto del principio della concorrenza e sulle consulenze

PUBBLICO MINISTERO. Il pm Federica Baccaglini sta indagando sull’Arpav
Escluse dalla gara, nonostante la riconosciuta caratura di imprese superspecializzate nel settore della gestione integrata dei servizi e della manutenzione di fabbricati. A vantaggio di Guerrato spa di Rovigo, realtà imprenditoriale che, alla progettazione integrata, ha affiancato la gestione tecnica immobiliare e dei servizi negli ultimi anni. Ovvero quello che è il contenuto dell'appalto triennale di Global Service sui fabbricati Arpav nel territorio regionale (valido dal 2009 al 2011 e rinnovabile per il biennio 2012-2013 per un ammontare di una trentina di milioni di euro), agguantato da un raggruppamento temporaneo di impresa di cui l'azienda rodigina è capofila. Tra i bocciati, più di qualcuno è rimasto insoddisfatto. E perplesso sul pieno rispetto dei principi di concorrenza e trasparenza. Le procedure di quella gara - annunciata da un bando del 25 marzo 2008 firmato dall'allora direttore generale, l'avvocato Andrea Drago - sono state corrette? Ovvero nessuno dei partecipanti era stato informato in via preventiva delle eventuali offerte altrui? E ancora: sono state aperte tutte le buste delle imprese in gara e con quali modalità? Sono tanti i punti che vogliono chiarire gli investigatori - carabinieri e Guardia di Finanza - impegnati nell'inchiesta sulla gestione Drago dell'Agenzia regionale di protezione ambientale, coordinata dai pm Federica Baccaglini e Paolo Luca. Inchiesta che ha ancora sei mesi davanti prima di arrivare al traguardo. Una vera sorpresa la maxi-perquisizione di lunedì mattina decisa dall'autorità giudiziaria. E del tutto inattesa dai 14 indagati, convinti che il peggio fosse ormai passato: tra loro il direttore Drago (perquisiti il suo studio legale alla presenza del pm Baccaglini e di un consigliere dell'Ordine forense, l'avvocato Michele Godina, oltre alla sua villa sempre a Monselice), l'ex direttore dell'area amministrativa Paolo Masiero con il direttore scientifico Sandro Boato, l'imprenditore Luciano Guerrato titolare dell'impresa, altri dipendenti dell'Arpav e alcuni consulenti esterni. Una mossa calcolata quella dei magistrati: con la richiesta di proroga dei termini (ormai in scadenza visto che l'inchiesta è stata avviata quasi un anno fa), i difensori degli inquisiti possono accedere al fascicolo d'indagine. E sapere quello che hanno in mano i magistrati. Così questi ultimi, per evitare che sparisca qualche elemento di rilievo, hanno messo a segno il blitz raccogliendo le ultime carte rimaste in giro. Carte, supporti informatici, pc: tutto sequestrato. Il rapporto degli inquirenti sarà inviato a giorni in procura dove è previsto un summit con i pm Baccaglini e Luca. I reati contestati, per ora, sono quelli di turbativa d'asta con riferimento all'appalto Global Service e di abuso d'ufficio per quanto riguarda l'altro filone dell'inchiesta, le due indagini di mercato avviate tra il 2008 e il 2009 da Drago prima per ricercare un immobile da destinare alla direzione generale dell'Agenzia, poi per individuare un terreno dove costruire la sede centrale dell'ente. Un affare da milioni di euro. E pure in questo caso rispunta la Guerrato spa (stavolta associata all'Immobiliare Bronzetti) come impresa ritenuta idonea alla prosecuzione della trattativa. Due indagini di mercato singolari: si comincia con la valutazione delle candidature da parte di una commissione, ma alla fine è il direttore Drago e prendere in mano le redini e a spingere verso una trattativa privata. Senza arrivare a nulla per lo «stop» imposto dalla Regione quando, nel 2010, viene alla ribalta l'inchiesta giudiziaria. E il rosso del bilancio Arpav (una quindicina di milioni di euro, di cui 5 accumulati nel 2010, gli altri 10 imputabili alle precedenti annate). C'è un altro aspetto su cui gli inquirenti svolgono accertamenti: le consulenze esterne. Peraltro alcuni degli indagati sono, appunto, consulenti. Nel 2008 i vertici dell'Arpav affidano un complesso di consulenze per un importo superiore ai 4 milioni di euro, già denunciate in un'interrogazione dall'ex consigliere regionale Giovanni Gallo. Tra queste, quella assegnata al geometra Davide Manzato (spesa 78.885 euro), ex consigliere comunale a Vigonza.
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