Arcella, chiude il panificio Martinelli: "Lavoro duro, i giovani non vogliono farlo"

Aperto dal 1952: Alberto e la moglie Mirella si sono arresi all’età e al mancato ricambio generazionale
MARIAN-AGENZIA BIANCHI-PADOVA-FORNAIO VIA VECELLIO 105 ARCELLA CHE CHIUDERA'.
MARIAN-AGENZIA BIANCHI-PADOVA-FORNAIO VIA VECELLIO 105 ARCELLA CHE CHIUDERA'.

ARCELLA. Dopo 65 anni di attività, il panificio Martinelli in via Tiziano Vecellio 105 all’Arcella, chiude i battenti. Il panificio era stato aperto nel 1948 da Napoleone Bezzegato. Erano gli anni del dopoguerra quando all’Arcella non si erano ancora spenti gli echi dei bombardamenti degli aerei anglo-americani che avevano provocato centinaia di morti tra la stazione e San Carlo. Nel 1952 il panificio fu ceduto ad Alberto Martinelli e alla moglie Mirella.

Erano i tempi in cui un chilo di pane costava trenta lire e i panifici cittadini sfornavano spaccatine, rosette (inventate dagli austriaci quando gli Asburgo hanno governato sul Lombardo-Veneto dal 1815 al 1866), mantovane e cornetti.

Ma perché Martinelli ha cessato l’attività e ha scelto di scrivere la parola fine al suo panificio proprio adesso? «Innanzitutto per gli anni che hanno superato, sia per me che per la moglie, la soglia dei 70» confida lo storico panettiere, «poi perché manca il ricambio generazionale. I nostri figli hanno scelto di seguire altri percorsi professionali. D’altronde non siamo i soli a ritirarci a vita privata. Questo lavoro è molto duro. Non a caso si trovano dipendenti con grande difficoltà. Per una vita mi sono svegliato alle due di notte e ho sempre lavorato sino a sera anche dietro al bancone della bottega. Non abbiamo mai vissuto di solo pane perché, probabilmente, non avremmo potuto tirare avanti per molto e, quindi, siamo diventati anche un negozio di alimentari e pizzeria per asporto».

L’addio al pane di Martinelli è commentato anche dal presidente dell’Ascom, anche lui rivenditore nel settore. «E chi non conosce Martinelli» osserva Patrizio Bertin, «ha sempre prodotto un pane di alta qualità e ha avuto un’eccellente professionalità per tutti questi anni. Ora è giusto che si goda il meritato riposo».


 

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