Arcella, i down cassieri da Alì «Ma adesso verremo assunti?»

L’esperienza di quindici giovani che per tre mesi hanno fatto uno stage nei supermercati Entusiasmo e soddisfazione generale alla cerimonia di consegna degli attestati di partecipazione
BARSOTTI - ASSOCIAZIONE DOWN DADI ALL'ALI'
BARSOTTI - ASSOCIAZIONE DOWN DADI ALL'ALI'

ARCELLA. «Adesso ci assumono?». Così, simpaticamente, è stato accolto da Chiara l’attestato di stima consegnato ieri a lei, e ai suoi 14 colleghi dell’associazione «Down Dadi» di Padova, da parte di uno dei titolari dei supermercati Alì, per aver concluso alla grande il periodo di stage all’interno dei diversi punti vendita. Chiara è una dei 15 ragazzi che ha preso parte al progetto «In-busta insieme» organizzato dall’associazione di cui fanno parte in collaborazione con la catena di supermercati.

Ieri mattina, all’interno del punto vendita Alì in via Saetta, in Arcella, si è chiuso il cerchio sul progetto di formazione e orientamento previsto per alcuni ragazzi affetti da sindrome di down con la consegna di un attestato di partecipazione e di buoni spesa. Un progetto che li ha visti protagonisti dallo scorso 27 settembre nei supermercati Alì di via Saetta e Pontevigodarzere a Padova, e poi a Selvazzano e Limena. Per quasi tre mesi i ragazzi, inquadrati come stagisti, hanno svolto un lavoro vero e proprio alle casse dei supermercati, imbustando la spesa dei clienti e spesso anche aiutando i dipendenti a riordinare gli scaffali. Con felpe e polo marchiate Alì indosso, badge distintivo ben in evidenza, hanno svolto turni settimanali ruotando tra loro in modo da coprire la fascia oraria mattutina. «È stata un’esperienza bellissima», ha detto Patrizia Tolot, presidente dell’associazione Down Dadi, «abbiamo fatto breccia nei cuori delle persone e abbiamo sfatato l’idea che i ragazzi down sono solo buoni e carini. Loro hanno delle grandi capacità e come per ognuno di noi serve solo tirarle fuori. Questo tipo di percorsi serve a loro per responsabilizzarsi, per far aumentare la loro autostima. Si sono impegnati così tanto che qualcuno di loro aveva iniziato a venire a lavoro da solo con i mezzi pubblici». «Un’iniziativa bellissima», ha detto Matteo Canella, responsabile Affari legali dell’Alì, «perché ha sensibilizzato noi e i nostri clienti e perché ha aiutato loro a sentirsi responsabili». «Ho fatto volontariamente la fila alla cassa dove c’era uno dei ragazzi perché avevo voglia di scambiarci due parole», ha raccontato una cliente, «sono meravigliosi e lo sono altrettanto le persone che dedicano a loro queste attività e tutto il loro impegno».

Luca Preziusi

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