Arcella, il rilancio affidato a Renzo Piano

L’architetto Luisa Calimani, portavoce del Comitato Piazza San Carlo che si batte contro la cementificazione dell’area e sogna una piazza-parco immersa nel verde, con giochi d’acqua e luci, ha raccolto nel colloquio con Ivo Rossi, martedì scorso (oltre un’ora di confronto), una promessa di eccellente qualità urbana, la possibilità di rigenerazione di una periferia depressa, di un quartiere senz’anima.
Questo accadrà se il sindaco reggente darà concretezza alla sua ipotesi-proposta: Renzo Piano, che affianca al grande talento del costruttore la passione per la bellezza, che considera il progettare in questo piccolo pianeta in cui tutto è già stato scoperto, l’ultima grande avventura intellettuale, sarà presto a Padova, dove l’anno scorso ha “messo in tavola” i suoi progetti in piazza Cavour in occasione della Biennale di architettura “Barbara Cappochin”. «Chiederò a Piano», ha detto Rossi, «un progetto per l’Arcella, in particolare per l’area di San Carlo che dovrebbe diventare il giardino, il polmone verde del quartiere».
Quest’idea cade in una sorta di incastro, si attaglia a quello che il grande architetto genovese sta facendo in questo momento: Renzo Piano, senatore a vita, ha messo a disposizione di 5 giovani architetti il suo stipendio e il suo studio romano, con l’incarico di far vivere le periferie dimenticate.
San Carlo, quindi, potrebbe essere l’obiettivo di un processo di riconversione ecologica di grande interesse per tutta la città. In una postilla, ma di estrema importanza, Ivo Rossi ha comunicato che il Comitato Piazza San Carlo sarà coinvolto in tutte le fasi dell’opera in un progetto di urbanistica partecipata.
Tutto ciò è consolante per i 20 componenti del comitato promotore: temevano che il progetto Piruea avrebbe trasformato quest’area di 30 mila metri quadrati (per due terzi di proprietà comunale e per un terzo dell’imprenditore Favero), in oltre centomila metri cubi di cemento, un acrocoro di torri con un’esplosione di traffico e uno sviluppo esponenziale dell’inquinamento. «Non solo», fa notare Calimani, «nelle pieghe di questo progetto c’era anche l’intenzione di soffocare alberi, verde, giardini con l’abbraccio mortale di due quinte residenziali, un girotondo di nuovi fabbricati».
E ciò malgrado il risultato del referendum indetto in quartiere: un no sonante alla cementificazione con il 73% dei suffragi e la bocciatura del progetto in consiglio comunale, sindaco Flavio Zanonato.
Ora, con l’adesione al comitato di Alessandro Zan e Francesco Fiore che hanno risposto alla lettera del Comitato con uno scritto di assenso alla Piazza-parco e con l’impegno di Ivo Rossi, la prospettiva si fa interessante.
Insomma, non avremo una piccola Manhattan di periferia a dare contorni teratologici al cuore dell’Arcella.
Il comitato in pochi giorni ha raccolto 275 firme a favore di un verde cammino tra San Carlo e piazza Azzurri d’Italia. E si stanno muovendo anche i residenti in centro storico perché un’urbanistica virtuosa è a vantaggio di tutta la città e uno sfascio fa male all’intero territorio urbano.
Sabato 8 febbraio a San Carlo nella sala Polivalente del patronato è in programma il convegno “Dalla legge sul consumo del suolo e la riconversione ecologica della città all’area di quartiere San Carlo”.
Inizio alle 9, si succederanno le relazioni di Luisa Calimani, don Albino Bizzotto, Lorenzo Fellin, Paolo Maddalena, Ivo Rossi, Vittorio Borraccetti, Angela Barbanente, Gianfranco Bettin, Sergio Lironi, Oddone Longo, Marina Mancin.
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