Zona rossa all’Arcella: primo giorno con blitz e retate nei parchi

Il primo controllo al parco Milcovich: accertamenti su passanti e frequentatori. Al campo da calcio: «Di solito c’è più gente, in molti hanno paura della polizia»

Edoardo Fioretto
Controlli all'Arcella nel primo giorno di zona rossa
Controlli all'Arcella nel primo giorno di zona rossa

Le hanno viste spuntare nel primo pomeriggio, quando il sole cadeva a piombo sulle panchine vuote dei giardini Quadrifoglio. Tre volanti della Questura, due pattuglie della Polizia locale. L’ora: 13.30. Il luogo: il limite nord di San Bellino. È da lì che ha preso avvio il primo servizio interforze dell’operazione straordinaria voluta dal prefetto Giuseppe Forlenza: la zona rossa all’Arcella è entrata ufficialmente nel vivo.

Nel mirino parchi, piazze e attività commerciali nelle aree più delicate del rione nord. Dopo un primo rodaggio del servizio interforze a San Bellino, appena fuori dalla zona rossa, la prima vera retata è arrivata al parco Milcovich: cinque equipaggi, tra vigili e poliziotti. Documenti chiesti a passanti, giovani in sosta, gruppetti di amici. Una decina le persone identificate in meno di mezz’ora.

Via ai controlli in zona rossa all'Arcella, una residente: "Sono felice"

«Stavamo facendo un picnic all’ombra quando un paio di agenti ci hanno chiesto di seguirli verso i loro veicoli – racconta una neolaureata, che preferisce restare anonima – Ci hanno trattenuti per cinque minuti per verificare i documenti d’identità, e poi ci hanno lasciati andare. Non posso dire sia stato spiacevole, ma è stato sicuramente eccessivo».

Prosegue l’amico della ragazza: «Con questa zona rossa secondo me si proietta sull’Arcella l’immagine di un quartiere pericoloso – dice il 23enne, che si è appena trasferito nel rione. – Vengo dalla Guizza, e non vedo questa differenza in termini di sicurezza. Ma qui ho trovato molta più umanità, più associazioni, più comunità».

C’è chi la pensa diversamente. Maria Adelaide Donaggio, che al Milcovich ci viene a camminare da decenni, osserva: «Anni fa era una zona della città molto più difficile. Ma da tempo non ho paura a uscire di casa – racconta la pensionata, che si è trasferita oltre quarant’anni fa da Venezia per amore – Certo, vedere la polizia in giro dà comunque una certa sensazione sicurezza».

Nel frattempo al parco Milcovich alcuni ragazzi giocano a calcetto. Vengono interrotti dagli agenti che controllano a uno a uno i documenti d’identità. Tutto in regola, e i sette giovani – provenienti da quattro diversi Paesi – tornano a fare tiri in porta, esultando ad ogni gol come fossero al Maracanà.

«Di solito però ci sono molte più persone qui – racconta un ragazzino – Devono avere avuto paura della polizia», riflette prima di tornare in campo.

I controlli si sono estesi anche in via Annibale da Bassano e via Tiziano Aspetti. Alcune verifiche sono avvenute vicino a negozi e attività commerciali. L’obiettivo, come già accaduto i mesi precedenti in stazione, è soprattutto di deterrenza: mostrare una presenza costante, visibile.

La zona rossa, disposta dal prefetto Forlenza, resterà in vigore per tre mesi, fino a settembre. I servizi d’ordine straordinari saranno programmati di settimana in settimana dal questore Marco Odorisio, e vedranno la collaborazione anche dei militari dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.

Per ora nessun presidio fisso, ma pattugliamenti itineranti nelle aree considerate critiche, dall’alba all’una di notte. Se vengono trovate persone con precedenti violenti o spaccio, in atteggiamenti socialmente pericolosi, potranno essere allontanate dalle forze dell’ordine. Sono stati 47 gli allontanamenti in tre mesi di zona rossa in stazione. 

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