Arpav verso la chiusura «Si perde un’eccellenza»
Ieri mattina il laboratorio Arpav di via Ospedale, a rischio chiusura per mancanza di fondi, è sceso in strada, “occupando” simbolicamente la sede legale dell’Arpav di via Matteotti. I 40 tecnici e chimici del laboratorio, sostenuti dalle Segreterie regionali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Rsu Arpav, hanno denunciato pubblicamente che la chiusura mette a rischio un team eccellente, che è centro di riferimento nazionale per il controllo delle acque minerali alla sorgente.
Le competenze acquisite sul campo dopo decenni di esperienza (il laboratorio Arpav esiste dal 1998) sono oggi un fiore all’occhiello, il cui «smembramento» (come l’hanno definito i sindacati) mette in pericolo garanzie di sicurezza ambientale riconosciute a livello nazionale e tra le più prestigiose della regione. Nel documento sottoscritto dalle Rsu infatti si sottolinea che «proprio qui a Padova si vuole chiudere un laboratorio centro di riferimento regionale per le analisi sulla legionella; sull’aria ambiente; centro di controllo provinciale delle acque potabili degli acquedotti, delle acque dei fiumi, dei canali, degli scarichi industriali, delle piscine, dei fluidi di dialisi; centro di controllo provinciale dei fiumi industriali e degli inceneritori, specializzato per le analisi di emergenza in occasione di incidenti industriali e incendi».
Stefano Tognazzo (Uil), Daniele Girali (Uil), Edoardo Vanin (Uil), Assunta Motta (Cgil) e Marina Favatà (Cgil) spiegano: «L’obiettivo del sit in di ieri mattina davanti alla sede regionale Arpav non aveva tanto lo scopo di difendere il posto di lavoro perché i 40 tecnici saranno (parola della direzione) ricollocati, quanto le strutture di analisi e di controllo ambientale che sono patrimonio di tutti e per tutti». Dunque la proposta (da tempo sul tavolo regionale): «la Regione deve recuperare i fondi non solo dall’assessorato alla Sanità (a cui ci sentiamo di appartenere) ma anche dall’Ambiente, dall’Agricoltura, dalla Protezione Civile e dal Turismo» per i quali l’Arpav lavora. Il nodo cruciale da sciogliere è, infatti, una questione economica: per mantenere anche il laboratorio padovano servono 8 milioni di euro che la regione non ha, a fronte di un taglio del 13%, ovvero 56 milioni di euro garantiti contro i 68 necessari. «Verrà a mancare la filiera del controllo», attaccano i sindacati, «manca una soluzione di continuità da parte della direzione, come dimostra questo piano irrazionale dei tagli». Al fianco dei lavoratori, e in forze al sit in, Legambiente e il consigliere regionale Piero Ruzzante; inoltre hanno fatto sapere la loro solidarietà anche Antonio de Poli (Udc) e Maria Grazia Lucchiari (Radicali) che annuncia una tre giorni di raccolta firme: «mercoledì 19, giovedì 20 e venerdì 21 (dalle 9 alle 12) saremo in piazza dei Signori con il banchetto dei Radicali per raccogliere la solidarietà dei cittadini».
Elvira Scigliano
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova