Arrestato Levio, re dei rifiuti dell’Alta
Li spediva in Cina dove venivano utilizzati per costruire i giocattoli. Sequestrate le quattro sedi della sua azienda a Grantorto, Vigonza Selvazzano e Badia
PADOVA.
Raccoglieva rifiuti speciali dalle aziende del nordest e li spediva in Cina dove venivano utilizzati come materie prime. In questo modo plastiche e carta venivano utilizzati per costruire giocattoli e suppellettili, che poi arrivavano in Italia per essere venduti a prezzi stracciati. Loris Levio, 50 anni, era il re dei rifiuti.
Ma ieri mattina all'alba hanno bussato alla sua porta i carabinieri del Noe e improvvisamente tutta la sua fortuna si è trasformata nella sua rovina. L'imprenditore, residente a Grantorto invia Regina Elena 32‚ stato arrestato per traffico illecito di rifiuti, falsa documentazione, gestione illecita di rifiuti e associazione a delinquere.
Con lui è stata arrestata Mingming You, cinese, 45 anni, attualmente residente a Como.
I quattro stabilimenti, di Badia Polesine (via Volta 221), Vigonza (via Julia 49), Selvazzano (via Montegrappa 69) e Grantorto (via Regina Elena 32), sono stati sequestrati, insieme ai 70 camion che venivano utilizzati per i trasporti.
GLI INDAGATI.
Nell'operazione, denominata «Serenissima», ci sono anche nove indagati, tutti dipendenti dell'azienda: Emilio Malfatti di Grantorto, Renzo Capuzzo di Badia Polesine, Michele Ragazzo di Pianiga, Sonia Boschetto di Selvazzano, Davide Bozzolan di Grantorto, Monica Morella di Costa di Rovigo, Flavia Canaia di Grantorto, Catia Varotto di Vigonza e Piergiorgio Soranzo di Selvazzano.
L'OPERAZIONE
. Tutto è iniziato nel 2005 dal porto di Marghera, con il controllo di dieci container diretti in Cina. I militari del Noe, dopo aver eseguito i campionamenti, si sono resi conto che si trattava di rifiuti speciali pericolosi. La ditta di Loris Levio avrebbe dovuto trattare gli scarti della lavorazione della plastica, ma questo non accadeva. In Cina, grazie alla collaborazione di Mingming You, c'erano aziende pronte a pagare per ricevere i rifiuti provenienti dall'Italia. Il materiale veniva poi usato a tutti gli effetti come materia prima. Salvo poi tornare in Italia sottoforma di giocattolo o soprammobili da bazar cinese.
Per riuscire a eludere la dogana venivano regolarmente falsificati i documenti di trasporto. Non solo. Per sviare eventuali indagini a suo carico non si serviva solo del porto di Marghera, ma anche di Genova e Ravenna.
IL GIRO D’AFFARI.
Dal 2005 ad oggi sono stati spedite in Cina circa 230.000 tonnellate di rifiuti, per un volume d’affari globale di oltre 6 milioni di euro. La Cina, per la Levio Loris Srl, era diventata l’Eldorado. L’imprenditore riusciva a capitalizzare al massimo il suo lavoro: veniva pagato dalle aziende venete in cui passava a raccogliere i rifiuti tossici e in un secondo momento veniva pagato anche dai «soci» cinesi.
L’AZIENDA.
All’anagrafe della camera di commercio, sotto il nome Levio Loris, compaiono ben otto società, alcune ancora attive, altre no. Le aziende attive, attualmente, sono: «La Rosa Srl» di Badia Polesine (capitale sociale 50 mila euro), la «Levio Loris Srl» di Badia Polesine (capitale sociale 58 mila euro) e la «Mlc Srl» di Bassano del Grappa (Capitale sociale di 30 mila euro). Tutte le altre risultano «cessate», compresa la «Servizi ecologici pugliesi», con 100 mila euro di capitale sociale.
I SEQUESTRI.
Sigilli in tutti e quattro gli stabilimenti di Badia Polesine, Selvazzano, Grantorto e Vigonza, dove lavorano in tutto oltre un centinaio di dipendenti. Le perquisizioni degli uomini dell’Arma sono iniziate all’alba, anche con il supporto di un elicottero del nucleo di Treviso. Loris Levio è stato prelevato dalla sua abitazione a Grantorto e trasferito in carcere, mentre la consulente cinese (un tempo residente a Quarto d’Altino) è stata rintracciata a Como. Così, in poche ore, è andato in frantumi il castello di cristallo del re dei rifiuti.
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