Arriva il climatologo Mercalli per i 30 anni dell’Etnografico
RUBANO. Importante l’appuntamento che quest’anno vede come protagonista il Parco Etnografico: sono trascorsi trent’anni dalla prima idea di realizzare nell’area della “cava” di Bosco un parco pubblico e venti da quando per la prima volta ci hanno messo piede dei visitatori. E per celebrare questi traguardi importanti è partita una settimana ricca di avvenimenti che ripercorreranno la storia del parco, divertiranno con musica e teatro, coinvolgeranno i bambini in interessanti laboratori, fino a concludersi con un evento d’eccezione: l’incontro con il climatologo Luca Mercalli, che domenica alle 20.45, al palazzetto di via Rovigo, presenterà il suo libro “Non c’è più tempo”. «Quella del Parco è una storia di partecipazione di cittadinanza attiva» illustra il sindaco di Rubano, Sabrina Doni, «scritta da amministratori e gestori vecchi e nuovi, cittadini, sostenitori e dai frequentatori, molti dei quali arrivano dai Comuni limitrofi e spessissimo da Padova. Trent’anni fa furono numerose le donazioni che permisero di acquistare parte dell’area allora interamente privata per farla diventare pubblica e salvarla dal suo destino: diventare una discarica. Negli anni è diventato un bellissimo esempio di recupero e per i bambini, non solo di Rubano, fa parte della loro infanzia, dalle visite scolastiche ai centri estivi fino alle scampagnate domenicali». Oggi è un polmone verde alle porte della città, luogo di aggregazione, sito culturale e di pregio ambientale, nonché un parco con un lago che si estende per quasi dieci ettari, visitato da centinaia di scolaresche dal Veneto e anche dal Trentino e da migliaia di singoli cittadini e famiglie.
Ma il Parco è anche opportunità di lavoro: da nove anni è gestito dalle cooperative La Bottega dei Ragazzi e Coislha e conta 17 dipendenti, oltre, negli anni, a 180 inserimenti lavorativi e tirocinanti. La storia del Parco parte da lontano: dismessa l’attività di estrazione di sabbia nel 1985, nell’ottobre 1986 il Consiglio comunale approvò il Piano di recupero ambientale, incontrando da subito l’appoggio della Regione, che lo approvò due anni dopo. Al Comune di Rubano si affiancarono, nel tempo, l’associazione Linea Verde, il Wwf, gli scout, il Comune e la Provincia di Padova, il Provveditorato agli studi e la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. «Un metro quadrato di ossigeno» era lo slogan che a metà anni Ottanta fu rivolto alla popolazione perché contribuisse alla costruzione di un futuro contesto ambientale più sano con una donazione minima di 10 mila lire. Nel 1994 finalmente il Parco e l’area circostante furono dichiarati “oasi di protezione destinata al rifugio, alla riproduzione e alla sosta della fauna selvatica”; tre anni più tardi cominciarono i lavori che terminarono con l’apertura della struttura il 10 ottobre 1999. «L’obiettivo è organizzare d’ora in poi, ad ogni ottobre, una festa del Parco» annuncia il sindaco Doni. —
Cristina Salvato
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