Arriva il riscaldamento al canile di Rubano

Una nuova sfida per Laura Dondi Dall’Orologio e la Lega per la difesa del cane trovare le risorse per migliorare la qualità della vita e far quadrare i conti

RUBANO. Chi non è mai entrato dentro al canile di Rubano, dimentichi le immagini di cagnolini dagli occhi tristi in gabbie fatiscenti, con un fetore di immondizia attorno, come purtroppo accade in tanti canili-lager.

No, a Rubano i cani sono vivaci, dentro ai recinti circondati da vialetti pulitissimi, niente sporcizia, con il festante abbaiare di 200 cani in simultanea all’arrivo di ogni visitatore. «Rendere pulito e accogliente il canile è un bell’impegno, che necessita di tanto lavoro e tanto denaro» spiega Laura Dondi dell’Orologio, che dal 1975 gestisce la struttura insieme ai volontari della Lega nazionale per la difesa del cane. Doveva stare lì temporaneamente a risolvere la situazione degradata dell’epoca. Ci è rimasta 36 anni.

«Abbiamo il personale assunto, che si occupa della pulizia, della manutenzione e del cibo, cui si aggiungono i costi della gestione (solo lo smaltimento dei rifiuti impegna l’associazione con 18.000 euro l’anno) e il costo annuo per ogni cane ospitato» fa sapere. La somma necessaria in media a mantenere ogni cane è di 521 euro l’anno, comprensiva dei 428 euro del personale, 70 del veterinario che garantisce la visita settimanale, 23 euro per l’alimentazione quotidiana. Cifra che va moltiplicata per i 230 cani ospiti a Rubano, i 100 a Frapiero di Cona e i 240 a Presina di Piazzola Sul Brenta, le strutture che la Lega padovana ha realizzato e gestisce. Ecco perché la Lega del cane ha bisogno di denaro, che si può fornire tramite donazioni dirette, ai banchetti in città, con l’acquisto del simpatico e originale calendario cinematografico con le foto dei cani ospiti, con l’adozione di un cane a distanza, devolvendo il 5 per mille della dichiarazione dei redditi (riferimenti e coordinate sul sito HYPERLINK "http://www.legadelcane-padova.it" http://www.legadelcane-padova.it ).

Non solo coccole e crocchette, quindi, ma occorre anche un piglio manageriale per gestire l’intera struttura. C’è comunque tanto spazio per le coccole e per la sensibilità verso questi cani, arrivati al canile principalmente per la disgregazione delle famiglie in cui vivevano. «Può capitare che il proprietario venga ricoverato in ospedale e in istituto oppure muoia, per cui il cane finisce qui da noi – continua Laura Dondi – Altre volte le famiglie cambiano casa o i coniugi si separano e i loro animali non trovano altra sistemazione che il canile». Al loro arrivo ci sono i volontari che li accolgono, che solo con un’occhiata capiscono il loro carattere e li sistemano nel recinto con i compagni di vita più adatti. Come Piera Piantoni, che i cani li conosce per nome uno ad uno, ne conosce la storia, l’indole e i problemi fisici e caratteriali quando ci sono. Ci sono i cani più simpatici e quelli più taciturni, quelli problematici, quelli che arrivano da altri canili. Da qualche giorno, ad esempio, sono giunti a Rubano due cani da un canile siciliano, dove il sindaco ha chiuso da un giorno all’altro l’acqua e la luce, per cui gli animali sono stati divisi in diverse strutture sparse per l’Italia. A breve arriveranno alcuni cani anche da L’Aquila: a tre anni dal terremoto la gente non ha ancora una casa e i cani, di conseguenza, non hanno un alloggio sicuro in cui vivere: le grandi tragedie producono anche questi effetti.

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