Asfalti Piovese in strada un sit-in contro il silenzio

La proprietà tace sul futuro dello stabilimento e sulla sorte dei 51 dipendenti Ieri mattina volantinaggio sulla Statale. I sindacati: «Violate tutte le regole»
Di Elena Livieri

BRUGINE. Ampia adesione ieri mattina allo sciopero indetto dai lavoratori della ditta Asfalti Piovese di Brugine: oltre la metà dei 51 dipendenti si sono presentati alle 8.30 davanti allo stabilimento di via Leonardo da Vinci armati di striscioni e pacchi di volantini che, nel corso della mattinata, hanno distribuito agli automobilisti all’incrocio fra la Statale 516 Piovese e via Marconi. A dare manforte alle maestranze i rappresentanti di Fillea Cgil Dario Verdicchio e di Filca Cisl Giuseppe Narzisi. La crisi che sta attraversando l’azienda dura ormai da diversi mesi. Lo scorso ottobre i titolari (la famiglia Montesel di Susegana in provincia di Treviso, proprietaria anche della ditta Ghiaia di Colfosco, ndr), hanno chiesto al Tribunale il concordato preventivo in continuità, una procedura che, di fatto, mette al riparo l’azienda dai debitori e gli stessi lavoratori: questi ultimi possono contare di ricevere, anche se posticipate, tutte le mensilità lavorate. Fornitori e creditori, in genere, invece, potranno riscuotere solo una percentuale di quanto loro dovuto. E l’azienda non dichiara fallimento.

«Quello che non possiamo accettare», fanno notare Verdicchio e Narzisi, «è che l’azienda si rifiuti di condividere il piano concordatario presentato. Ci sono 51 lavoratori, con dietro le loro famiglie, che non conoscono quale sarà il loro futuro. Non c’è neanche il rispetto delle minime regole di rapporto con il sindacato». Da gennaio una quarantina di dipendenti è in cassa integrazione straordinaria e c’erano stati, tra ottobre e dicembre, altri due mesi di cassa integrazione in deroga. Da qui in avanti, tuttavia, i lavoratori non sanno cosa li attende: il piano di ristrutturazione, infatti, di certo prevede degli esuberi. «Sia per l’organizzazione del lavoro sia sul futuro dell’azienda, la proprietà non dà alcun riscontro ed è chiusa in un silenzio insensato e ingiustificato» insistono i sindacalisti, «il terrore dei lavoratori è che dietro a queste azioni unilaterali possa nascondersi una situazione ancor più drammatica di quella che si conosce». Al presidio dei lavoratori hanno portato la loro solidarietà ieri mattina anche i sindaci di Piove di Sacco e Sant’Angelo. Cgil e Cisl chiederanno ora l’apertura di un tavolo all’assessore provinciale al Lavoro Massimiliano Barison.

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