Assenteismo in busta paga ma per valutare il premio

CAMPO SAN MARTINO. La parola “assenteismo” non verrà tolta dalla busta paga dei 690 lavoratori della Arneg. L’azienda di Marsango ha infatti ottenuto un contro parere dalla stessa Direzione territoriale del lavoro di Padova, Ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Che pochi giorni fa, nel rispondere alla Uilm, aveva detto che «un non meglio specificato assenteismo, oltre a esplicitare un significato intrinsecamente offensivo della dignità dei lavoratori in quanto, nel gergo socialmente riconosciuto, al termine in questione è attribuita un’accezione dispregiativa, risulta altresì del tutto difforme dai canoni espressi dalla legge».
«In realtà» spiega il direttore delle risorse umane Armando De Crescenzo «il parere della Direzione del lavoro, rilasciato su richiesta della Uilm, era assolutamente generico e non si riferiva alla Arneg. Nel far ricorso abbiamo precisato che la voce trae origine da un contratto aziendale del 2011 sottoscritto anche dalla Uilm, dove la parola ha un’accezione essenzialmente tecnica ed è stata istituita per monitorare il fenomeno del microassenteismo che incide pesantemente sulla produttività». Il problema è fortemente sentito dall’azienda tant’è che nel contratto in questione il premio di risultato è legato alla presenza. «L’aver inserito la voce nel cedolino dello stipendio è stato un favore ai dipendenti che così ha modo di non sforare le 80 ore annue che gli farebbero perdere i mille euro di premio di risultato» ha aggiunto De Crescenzo «in tanti ci hanno ringraziato perché non erano stati informati dal sindacato».
Secondo l’azienda, dopo aver inserito la voce le assenze che fanno perdere il premio si sono dimezzate. «Da una media di 140 siamo scesi a 80» afferma De Crescenzo «ma noi siamo andati oltre tenendo conto che si può venir colpiti da gravi malattie. Per questo calcoliamo anche l’assenteismo nel triennio e se non lo si supera il premio viene dato». Ma quali assenze vengono considerate assenteismo? «Per malattia, le ingiustificate, le sospensioni e pure le donazioni di sangue, tutto sottoscritto anche dai sindacati. Forse qualche sigla con 20 iscritti cerca visibilità» conclude De Crescenzo «ora i dipendenti vanno a donare il sangue la domenica e non più il lunedì». Con tanti saluti alla legge sulla donazione.
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