Assolti i chirurghi Pelizzo e Merante Boschin
Erano accusate di omicidio colposo per la morte di una donna che avevano operato e che è deceduta dopo alcuni giorni dall’intervento. Alla sbarra erano finite la professoressa Maria Rosa Pelizzo, responsabile dell’Unità di patologia speciale chirurgica dell’Azienda ospedaliera di Padova e la dottoressa Isabella Merante Boschin, componente della sua équipe, entrambe difese dall’avvocato Lorenzo Locatelli. Nei giorni scorsi il giudice del tribunale di Padova Elena Lazzarin ha emesso la sentenza di assoluzione per i due chirurghi perché il fatto non sussiste. La vicenda nasce nel 2007. Il 22 ottobre di quell’anno, dopo 9 giorni di coma, muore per le complicanze sopravvenute dopo un’operazione alla tiroide Rosanna Samogin, 44 anni, di Vazzola in provincia di Treviso. Il 4 ottobre la donna, mamma di un bimbo di undici anni, viene operata all’ospedale di Padova. L’intervento riesce e dopo due giorni viene dimessa. Il 10 ottobre, però, si sveglia con la camicia da notte e il cuscino sporchi di liquido rossastro.
Viene portata in ospedale a Padova dove viene visitata dalla professoressa Pelizzo assistita da Merante Boschin, gli stessi chirurghi che l’avevano operata. Le viene diagnosticata l’infiammazione della ferita che, come ha riferito in seguito il marito della donna, le viene “spremuta” con le mani. Non viene eseguita l’ecografia, un esame che avrebbe evidenziato (era la tesi dell’accusa) il versamento presente, fenomeno tipico di quel tipo di interventi che viene risolto con un drenaggio che “asciuga” l’ematoma. Rosanna Samogin torna a casa. Il suo ematoma cresce. Il 13 ottobre, alle 4.30 del mattino, va in bagno e si sente soffocare, ha gravi problemi di respirazione. Prima viene portata all’ospedale di Conegliano, poi a quello di Padova, dove muore il 22. A Natale del 2207 il marito Davide Cappiello scrive una lettera alla procura di Treviso. Uno sfogo più che una denuncia formale. Nel 2009 la lettera arriva sul tavolo del pm padovano Renza Cescon che avvia l’inchiesta.
Nel corso del processo sia l’accusa che la difesa hanno prodotto delle consulenze tecniche per dimostrare rispettivamente la colpa e la non responsabilità di Pelizzo e Merante Boschin. Il giudice ha quindi incaricato un terzo consulente, il professor Francesco De Ferrari di Brescia, per dimostrare se l’operato dei due chirurghi fosse stato connotato da imprudenza o imperizia. L’esito è andato a favore della difesa. Il giudice Lazzarin ha infatti assolto Pelizzo e Merante Boschin perché il fatto non sussiste: la morte di Rosanna Samogin è avvenuta per una causa autonoma rispetto all’operazione a cui era stata sottoposta.
Un evento raro e imprevedibile che nemmeno l’ecografia che i due medici erano stati accusati di non aver fatto, avrebbe potuto scongiurare. Le motivazioni della sentenza saranno depositate fra trenta giorni.
Elena Livieri
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova