Assolti i quattro medici per la morte di Leonardo

di Cristina Genesin
POLVERARA
Nessuna responsabilità sanitaria per la morte di Leonardo Bacco, il piccolo di Polverara deceduto nella Terapia intensiva dell’Azienda ospedaliera di Padova il 10 marzo 2007, ad appena 10 mesi, a causa di un’ infezione batterica intestinale provocata dalla klebsiella oxytoca. Il giudice padovano Cristina Cavaggion ha assolto i quattro medici finiti sul banco degli imputati con l’accusa di omicidio colposo e di una serie di negligenze nelle cure prestate al piccolo paziente.
La professoressa Ornella Milanesi, 62 anni, responsabile della cardiologia pediatrica e associato di pediatria generale con Elena Reffo, 36 anni, all’epoca specializzanda in cardiologia pediatrica sono state assolte perché il fatto non costituisce reato; Francesca Brotto, 34 anni, anche lei specializzanda in cardiologia pediatrica, e Cristina Pizzato, 34 anni, allora specializzanda in gastroenterologia pediatrica, sono state invece assolte per non aver commesso il fatto.
Il pm Orietta Canova aveva sollecitato la condanna per tutte (un anno per Milanesi, 8 mesi per le coimputate), spiegando che era stato omesso un corretto e tempestivo trattamento antibiotico, come rilevato dai consulenti della Procura, i professori Carlo Moreschi e Francesco Macagno. Invece è stata accolta la richiesta assolutoria del difensore, l’avvocato Lorenzo Locatelli, che aveva insistito sulla completa insussistenza della colpa in capo alle dottoresse: avrebbero tenuto una condotta impostata su criteri di prudenza e perizia. Il legale aveva pure osservato come non fosse stato provato alcun nesso causale tra il comportamento dei medici e la morte del bimbo, affetto da una gravissima cardiopatia congenita.
I genitori del piccolo, assistiti dallo studio legale Rocca, avevano già revocato la costituzione di parte civile in quanto risarciti con circa 400 mila euro. Leonardo era nato il 3 maggio 2006 privo dell’arteria polmonare destra. A due settimane era stato sottoposto a un intervento di cateterismo per l’inserimento di uno stent, una protesi metallica biocompatibile, in una vena collaterale con l’obiettivo di mantenere la circolazione sanguigna polmonare. Nel successivo febbraio era emersa la necessità di una verifica dello stato dello stent, attraverso un cateterismo cardiologico, in vista di un intervento di ricostruzione dell’arteria mancante. Il 6 marzo l’atteso accertamento con la scoperta di un’occlusione venosa.
Purtroppo Leonardo comincia a star male: ha febbre alta e scariche intestinali, rossori in varie parti del corpo e vomita. Al piccolo sono somministrati antibiotici con Novalgina e Tachipirina. Tuttavia le sue condizioni non migliorano. All’alba del 10 marzo muore.
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