Auto dall'estero, 11 arresti

Maxi-evasione fiscale: cinque padovani nei guai
GUARDIA DI FINANZA Gli uomini delle Fiamme Gialle hanno stroncato il traffico di auto dall’estero
GUARDIA DI FINANZA Gli uomini delle Fiamme Gialle hanno stroncato il traffico di auto dall’estero
 
Undici persone sono state arrestate dalla Guardia di finanza di Palermo per avere importato, a partire dal 2004, centinaia di auto di lusso dalla Germania per un valore di circa 30 milioni, evadendo il Fisco attraverso false fatturazioni. Cinque componenti dell'organizzazione operavano tra Padova e l'hinterland. Uno si era addirittura candidato alle elezioni provinciali e comunali.
 L'operazione è stata condotta in Sicilia, Veneto e Marche. Gli accertamenti hanno permesso di scoprire una collaudata organizzazione criminale, con appoggi in Germania, che offriva automobili a prezzi concorrenziali (perfino inferiori ai listini praticati dai fornitori tedeschi) grazie ad una sistematica evasione dell'Iva comunitaria.  
GLI ARRESTATI.
In carcere sono finiti Pietro Attinasi 34 anni di Petralia Sottana (Palermo); Lamberto Soncin 60 anni di Donada (Rovigo); Gianluca Soncin 37 anni di Biella (Vercelli); Alessandro Zerbetto 60 anni di Padova; Gianfranco Cipollone 34 anni di Treviso; Antonio De Lorenzi 49 anni di Teolo; Piero Capriotti 53 anni di Cossignano (Ascoli Piceno); Claudio Speca 48 anni di Ascoli Piceno; Giancarlo Stellari 41 anni di Cremona; Sergio Mantovani 34 anni di Adria (Rovigo). Ai domiciliari sono finiti Marianna Leonarda 33 anni di Petralia Sottana (Palermo); Michele Franceschetto 43 anni di Vicenza. Per Gabriele Federico Cocco, 48 anni, di Valdagno (Vicenza), è stato disposto l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.  
IL MECCANISMO.
Il ruolo di primo importatore nazionale, su cui grava il maggior debito di imposta, veniva assolto da società fittizie, e riconducibili a prestanomi nullatenenti. L'Iva non versata ammonta a circa 6,5 milioni di euro e questo consentiva la vendita dei mezzi con sconti tra il 10 e il 13%. Le auto venivano consegnate direttamente ai reali acquirenti italiani, tutti imprenditori del settore, mentre cartolarmente risultavano importate da società fittizie, tra le quali la ditta individuale Exclusive cars, la Orion e la Coimpex di Salvezzano, amministrate da Lamberto e Gianluca Soncin attraverso prestanomi.
 I PADOVANI.
Alessandro Zerbetto e Antonio De Lorenzi gestivano la Luxury Motors di via Ricci. De Lorenzi nel 2009 si era anche candidato alle elezioni provinciali e alle amministrative di Teolo nelle fila del partito dei pensionati, il cui esponente in città è Adolfo Cappelli. Con De Lorenzi e Zerbetto compare anche il nome del trevigiano Cipollone, nell'amministrazione dell'attività commerciale. Poi ci sono i Soncin, padre e figlio, che gestivano i propri interessi dagli uffici di Selvazzano.
 REAZIONI.
La sede della Luxury Motors si trova poco distante da quella dell'Aua, l'associazione utenti auto di Adolfo Cappelli. Alcuni indizi farebbero quindi pensare ad un legame forte tra Cappelli e gli arrestati. «Loro hanno un ufficio al secondo piano, noi siamo di fronte al piano terra in uno stabile diverso. Non hanno niente a che fare con l'Aua - risponde sicuro Cappelli - De Lorenzi è stato candidato con il mio partito ma questo non significa nulla. Io avevo rapporti con loro in quanto assicuratori: facevano semplicemente prezzi agevolati ai nostri associati Aua. Ma io ricordo che non avevano una lira. Non navigavano certo nell'oro».  

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