In auto durante il lockdown, deve pagare multa e spese
L’uomo ha 62 anni ed è residente a Teolo. Ai poliziotti che l’hanno fermato ha detto di essersi spostato per «necessità». Avrebbe dovuto partecipare al Maggior Consiglio della Repubblica Veneta

È stato sorpreso in pieno lockdown, mentre in auto si stava spostando da Teolo, comune di residenza, a Vicenza. A fermare Flavio, 62 anni, è stata la polizia stradale, impegnata nelle verifiche sul rispetto delle misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica.
I poliziotti hanno immediatamente capito che l’uomo si era allontanato dalla propria residenza senza un motivo giustificato dalla normativa allora vigente. Il 62enne aveva spiegato agli agenti che la sua necessità di spostamento era dovuta alla partecipazione a una riunione del “Maggior Consiglio della Repubblica Veneta”, un “organismo di diritto Internazionale”.
Per questo motivo era fioccata la sanzione di 400 euro, contro la quale però Flavio ha fatto ricorso. Il giudice di pace si è pronunciato proprio in questi giorni: non gli ha dato ragione e l’ha condannato alle spese processuali quantificate dalla Prefettura in 30 euro.
Tutto è successo la mattina del 5 maggio 2020. Erano le 11, quando il 62enne, alla guida della sua automobile, viene fermato dalla polizia stradale in viale D’Azeglio, a Vicenza. La norma all’epoca prevedeva la “limitazione della circolazione delle persone, anche prevedendo limitazioni alla possibilità di allontanarsi dalla propria residenza, domicilio o dimora se non per spostamenti individuali limitati nel tempo e nello spazio o motivati da esigenze lavorative, da situazioni di necessità o urgenza, da motivi di salute o da altre specifiche ragioni”.
Il signor Flavio aveva spiegato ai poliziotti di essersi allontanato da casa per un giustificato motivo: la volontà di partecipare a una riunione del cosiddetto “Maggior Consiglio della Repubblica Veneta”, che ha qualificato come “organismo di diritto internazionale” di cui lei era un “volontario pagante”.
Fin da subito il 62enne ha ricevuto una sanzione di 400 euro, contro cui ha fatto ricorso. Il giudice di pace nella sentenza di qualche giorno fa, ha sottolineato come il “Maggior Consiglio della Repubblica Veneta” non sia in alcun modo riconosciuto dall’ordinamento italiano né dal diritto internazionale ma può essere considerato alla stregua di un’associazione privata, priva di riconoscimento ufficiale da parte delle istituzioni nazionali e internazionali. Dunque non sussistendo la necessità dello spostamento, ha condannato l’uomo a pagare la sanzione e 30 euro di spese processuali.
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