Autotrasportatore con il gusto di raccontarle grosse

A Casale di Scodosia conoscono bene Giancarlo Carpi indagato con l’accusa di trafficare in armi e mercenari
Di Nicola Cesaro

CASALE DI SCODOSIA. A un anno e mezzo dal sequestro del tanko venetista, Casale di Scodosia torna a occupare le pagine giudiziarie di quasi tutti i media. Lo fa con Giancarlo Carpi, 53 anni, ex autotrasportatore ma soprattutto ex membro della Legione Brenno, fantomatico gruppo neonazista che negli anni Novanta venne implicato in un traffico d’armi tra l’Italia e l’ex Jugoslavia e che, tra i vari episodi, si macchiò anche del ferimento di due poliziotti a Mestre. Carpi è oggi al centro di una nuova inchiesta della procura di Napoli per traffico internazionale di armi (nel mirino cessioni di armi destinate a Somalia, Armenia, Libia, Iraq, Nigeria e altri Paesi) e reclutamento di mercenari con base alle Seychelles, con il coinvolgimento della camorra. Ma non solo: in un’intervista a un giornalista di “Report”, Carpi ha rivelato nuovi scenari in merito alla morte della figlia di Felice Maniero. «E lo viene a dire ora? Non ha paura delle ritorsioni?» si chiedono in paese, dove l’uomo è molto conosciuto e dove vive ancora «È sempre stato uno che la raccontava grossa e cercava visibilità». Carpi, che vive con la moglie in via Fantazzo Boschetto, non ha mai nascosto le sue inclinazioni: c’è chi lo ricorda al bar, a mostrare orgogliosamente il distintivo della Legione Brenno, e chi dice di averlo sentito millantare tesori in parti remote del mondo. Figlio di un autotrasportatore, con alcuni fratelli era titolare della Trasporti Azzurra. Uscito dal carcere, ha svolto qualche lavoro sociale e null’altro.

La vita del cinquantatreenne ha portato più di qualche tensione in famiglia (figli e fratelli hanno preso le distanze dal passato criminale dell’uomo), tanto da costringere Carpi a rifugiarsi spesso in casa della madre. Amante degli scacchi, soggetto a qualche problema di salute che ne ha deformato il volto, non è mai venuto meno alla vita paesana, fatti salvi i vari periodi in cui era lontano da casa (in Spagna o in Campania, si diceva a Casale), alla ricerca – a dirlo sono ancora i compaesani – «di qualche soldo facile facendo il Rambo al servizio di qualcuno».

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