Aziende di Grantorto condannate per aver copiato dei brevetti

GRANTORTO. Grazie ai suoi brevetti ha realizzato importanti lavori infrastrutturali, che hanno reso il lavoro più semplice ad architetti del calibro di Renzo Piano, Paolo Portoghesi, Mario Botta, Zaha Hadid, Libeskind, Arata Isozaki e Jean Nouvel.
Brevetti talmente innovativi che sono stati «copiati» da un terzetto di aziende padovane, condannate ora - dopo una causa civile durata sei anni - a risarcire un milione e mezzo di euro alla piccola azienda di Gorgo al Monticano (Treviso) che si era rivolta al tribunale di Venezia per la tutela del proprio ingegno. Le aziende padovane naturalmente sono state inibite ad utilizzare ogni forma di comunicazione legata a questi prodotti.
A vincere la causa la Daliform Group srl e la Tps srl di Gorgo al Monticano, entrambe facenti capo ad Antimo Albertini, manager e socio opitergino. A soccombere la Geoplast spa di Anna Ponte, la Granplast 2001 srl di Loris Pegoraro e la Italtech srl, tutte di Grantorto, quest’ultima con una procedura di fallimento in corso.
I brevetti copiati dai padovani riguardano il Sistema Atlantis, un cassero a perdere in plastica rigenerata per la creazione di intercapedini in genere, vespai e pavimenti aerati nella costruzione e ristrutturazione di edifici civili e industriali. E il sistema U-Boot Beton, un cassero a perdere in plastica rigenerata per creare solai e platee alleggeriti in calcestruzzo armato. Grazie a queste innovazioni la Daliform Group si è aggiudicata una fornitura ultramilionaria in Turchia per la realizzazione di un pavimento industriale di notevole sopraelevazione per il più grande aeroporto del mondo, a Istanbul. Non solo, la piccola azienda di Gorgo grazie a questi brevetti ha lavorato anche nel nuovo stadio di Norimberga.
La causa - intentata per contraffazione, concorrenza sleale e lite temeraria – durava da sei anni e solo ora è giunta a conclusione davanti al tribunale di Venezia, sezione specializzata in materia di impresa. La sentenza è stata pubblicata ieri e dunque ora è di pubblico dominio.
Geoplast e Granplast 2001 sono state condannate a pagare in via solidale oltre 1,5 milioni di euro a titolo di risarcimento del danno, una penale per violazioni all’ordinanza cautelare e il risarcimento per «lite temeraria», oltre alla rifusione delle spese di lite e di Ctu. La causa era nata nel marzo 2011, perché l’azienda opitergina si era accorta della commercializzazione di prodotti molto simili ai suoi brevetti. Dopo una serie di perizie tecniche, memorie e udienze davanti al giudice, alla fine il tribunale ha dato ragione alla Daliform e alla Tps, due aziende che insieme realizzano circa 15 milioni di euro di ricavi e occupano una trentina di addetti nello stabilimento di Gorgo. (d.f.)
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