«Una casa per i bimbi di Gaza»: parte la nostra campagna, ma abbiamo bisogno di tutti
Restare a guardare non basta più: da qui l’iniziativa del Mattino e del gruppo editoriale Nem. Mercoledì l’arrivo a Padova di altri feriti: hanno bisogno del supporto di tutti. Ecco come potete aiutare

Una casa per i bimbi di Gaza. Mercoledì è atteso in Italia l’arrivo di un gruppo di diciassette bambini, tutti hanno bisogno di cure urgenti e tutti sono in fuga dall’inferno di Gaza. Due di loro, con i loro congiunti, raggiungeranno Padova. In città troveranno medici e personale tra i più specializzati in Europa. Secoli di scienza medica e pediatrica che ancora una volta promettono -e permetteranno- di fare la differenza.
Le famiglie che arriveranno in città saranno però senza valigia. Avranno con sé solo un carico di dolore, angoscia e speranza.
Ed è per questa ragione che il Gruppo editoriale Nord Est Multimedia (Nem), con le sue testate, le sue giornaliste e i suoi giornalisti si impegna per costruire con i nostri valori e con voi lettori un’operazione di solidarietà importante.
La chiamata alla mobilitazione

Mettersi a disposizione per far dialogare le istituzioni, le forze civili e le persone, spingendo tutti alla mobilitazione. Una missione umanitaria a casa nostra, nel territorio in cui viviamo e con le forze di cui disponiamo. Vogliamo mettere in moto una comunità che si riconosce nei valori della solidarietà e dell’accoglienza.
Ci sono momenti che diventano storia. Giorni che segnano le epoche e quello che sta succedendo in Medio Oriente non ci lascia indifferenti. Le nostre testate si occupano di giornalismo locale ma lo sguardo non si ferma dentro quel perimetro. Anzi. Per capire cosa succede a casa nostra, guardare dalla finestra non è sufficiente.
Nelle scorse settimane dentro le nostre redazioni è nato il desiderio di fare qualcosa di più. Di non essere spettatori ma attori, di provare a coinvolgere i lettori, impegnandoli al nostro fianco in una mobilitazione che va oltre la raccolta fondi.
Alice Ferretti della redazione del mattino di Padova si è impegnata in prima persona per facilitare l’arrivo di Abdullah, un bimbo di dieci anni malato di leucemia, costretto a vivere sotto le bombe di Gaza, senza cure mediche e senza acqua. Assieme a lui è arrivata a Padova mamma Iman e la sorellina Qamar, di sei mesi appena. Era il 14 maggio scorso. Alice fa parte dell’associazione Padova Abbraccia i Bambini Odv guidata dall’avvocata padovana Rebecca Fedetto. Un’associazione che si sta preparando ad accogliere altri bambini dalla Striscia di Gaza.
L’Oncoematologia pediatrica

Abdullah è arrivato a Padova con un viaggio durato più di un giorno intero. È partito da Deir al Balah e alla fine dell’infinito viaggio è stato ricoverato nel reparto di Oncoematologia Pediatrica, diretto dalla professoressa Alessandra Biffi, punto di riferimento nazionale per la cura di malattie oncologiche complesse nei bambini. Le sue condizioni sono state giudicate delicate: a causa del conflitto e dell’impossibilità di accesso alle terapie, la sua leucemia è progredita. A Padova però Abdullah ha ritrovato il sorriso e le cure di cui ha bisogno.
Si è però aperta una corsa parallela per dare dignità ad una famiglia straziata dalla guerra, provata dal dolore fisico, disgregata dai visti e dalla burocrazia internazionale che non ha concesso a tutti il permesso di stare assieme in un momento così difficile e determinante dove il filo della vita è diventato così sottile e impercettibile.
L’arrivo di Abdullah è inserito nella medical evacuation, promossa e coordinata dalla Protezione civile, in collaborazione con l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), l’Unità di crisi del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il Consolato generale d’Italia a Gerusalemme, l’Ambasciata italiana a Tel Aviv e il Comando operativo di vertice interforze (COVI).
A dare il supporto a Gaza è l’associazione Kinder Relief, nella persona di Alisa Kireeva, che accompagna le famiglie in ogni fase del trasferimento. Dal lato italiano l’emergenza è gestita dalla Protezione Civile e in particolare dal Coordinamento Emergenze, guidato dal dottor Luigi D’Angelo, figura chiave capace di coniugare altissima professionalità con una profonda umanità. Insieme a lui lavora l’Unità di crisi della Farnesina, diretta dal dottor Nicola Minasi, che sta coordinando l’arrivo in Veneto dei prossimi bambini che necessitano di cure.
Come aiutare
Padova aveva già aperto le porte ai bambini feriti a Gaza il 14 febbraio. Sempre grazie all’impegno dell’associazione Padova abbraccia i bambini, in coordinamento con Prefettura e Comuni, era arrivato il piccolo Ahmed, ustionato per il quaranta per cento del corpo, con la madre e due fratellini: era stato ricoverato nel reparto di Chirurgia Plastica diretto dal professor Franco Bassetto.
Ora è la nostra occasione per farci trovare pronti davanti ad una richiesta d’aiuto che scava nel profondo e costringe tutti a decidere da che parte stare. L’obiettivo è dare un tetto e un supporto alle famiglie dei bambini che vengono qui a curarsi. Dalla parte della solidarietà o dalla parte di chi guarda. Noi abbiamo scelto di provare a fare la nostra parte.
E’ stato aperto un conto corrente ah doc per favorire le donazioni, questo è il codice Iban: IT09S0103012190000004226104. Per info, offerte di aiuto o altro potete scriverci anche qui: cronaca@mattinopadova.it.
E grazie per quello che potrete fare, insieme a noi.
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