«Banca Etica al posto dello Ior»

Famiglia Cristiana interviene sull’agenda del nuovo Papa. Crosta: «Non ci spaventa, saremo onorati»
Di Carlo Bellotto
CARRAI - INAUGURAZIONE BANCA ETICA. - CARRAI - INAUGURAZIONE BANCA ETICA
CARRAI - INAUGURAZIONE BANCA ETICA. - CARRAI - INAUGURAZIONE BANCA ETICA

Famiglia Cristiana interviene sull’agenda del nuovo Papa aprendo più di uno spiraglio a Banca Etica, nella prospettiva di chiudere porte e finestre allo Ior (l'Istituto per le Opere di Religione, comunemente conosciuto come la Banca Vaticana). Da Padova la proposta viene definita «interessante e stimolante».

Parole di Mario Crosta, direttore generale di Banca Etica. «Senza entrare nelle dinamiche del Vaticano» precisa il dirigente «ci tengo a precisare che le Banche Etiche esistono a livello europeo e hanno raggiunto dimensioni ragguardevoli. Siamo sul mercato in modo più massiccio rispetto al passato, riusciamo a intervenire nell’economia reale in modo non speculativo. Allo scoppiare di qualsiasi scandalo finanziario, registriamo un aumento della clientela. Abbiamo le carte in regola per gestire anche risorse importanti. Il nostro principio è la trasparenza, determinante anche per uscire dalla crisi. Non abbiamo mai usato i derivati, mai siamo intervenuti in attività che abbiano a che fare con i paradisi fiscali. A livello nazionale abbiamo in essere finanziamenti per 700 milioni di euro e una raccolta dai cittadini di un miliardo di euro. I soci sono 39.000 per 50 milioni di capitale complessivo. Quindi la proposta avanzata da Famiglia Cristiana non ci spaventa».

A Padova i numeri di Banca Etica parlano di 4.100 soci, 5,7 milioni di capitale sociale, 71 milioni di finanziamenti e 81 di depositi: la sede è in piazza Insurrezione e c’è un secondo ufficio in via Tommaseo.

Il settimanale dei Paolini dedica un articolato dossier in merito alle sfide che attendono il successore di Benedetto XVI. E fra le priorità da cui ripartire, individuate da esponenti autorevoli del mondo cattolico, c'è anche la liberazione da ogni legame e compromissione con la finanza.

Giorgio Campanini, storico e sociologo, scrive così nel suo editoriale: «Un’istanza fortemente avvertita dall’opinione pubblica, anche ecclesiale, è la liberazione del Pontificato da ogni legame e ancor più da ogni compromissione, con la finanza. Oggi esistono, in Italia e in numerosi Paesi, le Banche Etiche, nelle quali il credito è accordato con criteri di grande severità e finalizzato soprattutto a progetti di sviluppo, con la totale esclusione di finalità speculative. Perché non delegare a esse, o a consimili strumenti, ciò che ha a che fare con la finanza, fatta salva una snella Commissione di controllo? La più totale trasparenza sarebbe in tal modo assicurata e i fedeli, che continuano a offrire generosamente il loro obolo, saprebbero che il denaro dato alla Chiesa, soddisfatti i bisogni legati al suo funzionamento, è destinato prioritariamente ai poveri del mondo».

Ora bisognerà vedere l’effettiva volontà del nuovo Papa di smantellare lo Ior (dove possono aprire conti correnti, che si chiamano “fondi”, solo religiosi, istituti religiosi e cittadini vaticani, che attualmente sono circa 25.000, ma ciascuno può delegare a operare sui conti chi vuole) puntando sulla Banca Etica. Un’operazione non facile e nemmeno immediata.

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