Benvenuti nella città della "pannaghiaccio"

Mozione di un consigliere comunale per fare dello speciale gelato una tipicità "made in Este"
Renzo Schizzerotto con le "pannaghiaccio"
Renzo Schizzerotto con le "pannaghiaccio"

ESTE. Montagnana ha il prosciutto crudo, Arquà Petrarca ha le giuggiole e Baone i piselli. Ed Este? Ovvio, la pannaghiaccio. Il biscotto gelato nato settant’anni fa dalle sapienti mani di Renzo Schizzerotto è ormai diventato un simbolo della città murata a tal punto che c’è chi, in consiglio comunale, ha chiesto che venga ufficialmente introdotta la denominazione di Este come “Città dell’originale pannaghiaccio”.

A farlo è Carlo Zaramella, consigliere di opposizione (Este Sicura), che giovedì proporrà all’assemblea una mozione per promuovere prodotto, città e “made in Este”. <Da anni le istituzioni perseguono una strategia di valorizzazione del tipico e dell’enogastronomico, in più forme di “turismo emergente” nel quale il prodotto diviene un “marker” del territorio al punto da esserne fortemente caratterizzante» spiega Zaramella «Este non pare avere ad oggi un prodotto decisamente identificativo o in ogni caso non vi è stata ad oggi una valorizzazione decisa e segnata di quello che può definirsi come “made in Este”: la crescita di un territorio passa anche attraverso la valorizzazione di ciò lo contraddistingue».

Zaramella ha le idee chiare su cosa puntare: sulla pannaghiaccio, appunto. «La pannaghiaccio, che è entrata anche in una guida turistica dedicata a Padova e dintorni, è il colpo di genio di Renzo Schizzerotto, ideatore della ricetta di due biscotti con all’interno panna ghiacciata arricchita da un filo di cioccolato.

Questa ricetta è la stessa dal 1949. Oggi ritroviamo la sua ricetta nei blog di ricette di riferimento dove talvolta viene introdotta e descritta come fosse una fiaba». Fiaba o meno, sicuramente si tratta di una specialità di zona: «Oggi il prodotto “pannaghiaccio” si è diffuso e lo si ritrova un po’ ovunque, imitato, copiato, ma pochi sono a conoscenza della sua origine e del genio di un nostro concittadino, che ha ideato questa ricetta. Da qui la mia mozione» chiude Zaramella «con cui invito l’amministrazione ad attivarsi per far inserire questo gelato nell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari definiti tradizionali dalle Regioni, e di promuovere “Este, la Città dell’originale pannaghiaccio”, non solo presso le riviste del settore e gli strumenti di promozione turistica territoriale, ma anche avvalendosi di apposita cartellonistica. «Il fornitore del biscotto che utilizzo per la pannaghiaccio dice che, a livello artigianale, siamo i più grossi produttori italiani di questo tipo di dolce».

Lo assicura Giuseppe Schizzerotto, che ha imparato a produrre la pannaghiaccio dal papà Renzo sin da bambino. Arte, la sua, condivisa solo con gli zii Quirino e Adriano. «La vera formula è segreta» conferma Giuseppe «Quando preparo la pannaghiaccio, nascondo le pesate anche ai miei collaboratori».

Eppure la pannaghiaccio – panna ghiacciata con un foglio di cioccolato fondente tra due biscotti sottili (dal 1982 ci sono anche le versioni al torrone e alla fragola) – si trova ormai anche in altre gelaterie padovane e venete: «Potrà essere anche più buona altrove, ma credetemi: l’unica e originale pannaghiaccio, quella creata settant’anni fa, si produce solo nella mia gelateria.

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