Blitz «Scuola sicura» scoperte pericolose «Bic» made in Cina

Operazione della Guardia di Finanza che ha portato al sequestro di 1,6 milioni di pezzi di cancelleria non in regola
FERRO - CONFERENZA IN GUARDIA DI FINANZA
FERRO - CONFERENZA IN GUARDIA DI FINANZA

L’operazione «Back 2 School» della Guardia di Finanza padovana ha impedito che 1.664.657 prodotti di cancelleria pericolosi e contraffatti finissero sui banchi degli studenti per l’inizio dell’imminente anno scolastico.

Si trattava di prodotti non conformi agli standard di sicurezza o riportanti marchi contraffatti. La più taroccata è la classica è sempreterna penna Bic che ha fatto la storia del XX secolo. Molto imitata perché una penna maneggevole e funzionale che si produce a costi decisamente bassi. Ma anche difesa e protetta da un brevetto che la casa madre ha depositato fin dal 1943.

La più famosa tra le penne a sfera costa in cartoleria tra i 50 e i 90 centesimi. Mentre all’ingrosso cinese di Monza in Brianza, finito sotto la lente d’ingrandimento delle Fiamme Gialle, una confezione da 8 Bic fasulle era venduta a 80 centesimi. Le penne sequestrate in tutto erano 10 mila: non tante rispetto alle tonnellate del made in Cina finito nei magazzini dei militari, ma sufficiente a far passare qualche guaio in più al falsari che ne hanno prodotto illecitamente il marchio.

Più difficile invece perseguire i falsificatori per una serie di altri prodotti che assomigliano in modo imperioso ai modelli originari (e che riportano disegni della Disney e personaggi dei cartoon) ma che una piccola differenza mette al riparo gli adulteratori da multe salatissime. Gli articoli più imitati sono penne, evidenziatori e pennarelli.

La mercanzia ritirata dal mercato dai militari del Comando provinciale (penne, astucci, matite, evidenziatori, pennarelli e righelli) era tutta sprovvista delle certificazioni di sicurezza, alcuni prodotti addirittura pericolosi per la salute e l’incolumità dei consumatori: il rischio maggiore si corre con le dosi dei coloranti, dei solventi e, in generale, dei prodotti chimici, in testa il cromo del quale non deve esserci traccia per i pennarelli destinati ai bambini più piccoli che, come si sa, finiscono per portare tutto alla bocca. In questo caso gioca un ruolo decisivo la certificazione che può essere rilasciata solo da organismi comunitari se il prodotto è destinato al mercato europeo.

La logica della legge è: produci dove vuoi ma segui le regole del paese in cui commerci. L’indagine della Finanza padovana è partita da un controllo a Vigonza, dove una cartoleria cinese proponeva prezzi imbattibili. Per poi arrivare in Brianza nei magazzini di un grossista cinese che forniva, oltre alla Lombardia, Emilia, Toscana e Veneto.

Sono stati denunciati 2 imprenditori cinesi per i reati di frode in commercio e commercializzazione di prodotti contraffatti e perquisiti 10 negozi: 4 italiani in provincia e 6 cinesi in centro. I prodotti irregolari mancavano di indicazioni elementari, come il luogo della fabbricazione, la provenienza e la composizione

Elvira Scigliano

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova