Bpvi: Mion dichiara 1.500 esuberi e dice: "Il fondo non basta". Zaia: "Una tragedia"

Mercoledì 26 ottobre il Cda a Milano della Banca Popolare di Vicenza. «Questo è un esubero strutturale, non è una cosa temporanea. Non siamo in condizione di aspettare», ha detto il presidente Mion pronto alla sfida sindacati

«Dobbiamo convincere le organizzazioni sindacali che abbiamo questi esuberi, per i quali dobbiamo trovare una soluzione. È un numero importante: 1.300-1.500». Così il presidente della Popolare di Vicenza Gianni Mion a Milano per il Cda della banca. «Questo è un esubero strutturale, non è una cosa temporanea. Non siamo in condizione di aspettare», aggiunge, sottolineando che «purtroppo non è» possibile utilizzare il fondo esuberi bancari del Governo, anche perché non basterebbe a coprirli tutti.

Alle 10.30 di mercoledì 26 ottobre è iniziato il board della Banca Popolare di Vicenza. Sul tavolo il nuovo piano industriale, i tavoli di conciliazione su cui sarà da trovare una quadra con Veneto Banca per evitare disparità di trattamento nei confronti degli ex soci e anche il nodo azione di responsabilità.

Per quanto riguarda il piano industriale per la Popolare di Vicenza, Mion ha allungato i tempi rispetto a quanto anticipato settimane fa, ovvero che sarebbe stato varato entro fine ottobre. «Speriamo di farlo nei prossimi due mesi» ha precisato Mion.

La banca ha «tre priorità: primo il tavolo di conciliazione, secondo l'azione di responsabilità e poi il piano», ha poi aggiunto. «Per rilanciare la banca abbiamo bisogno di soldi sicuri». Quanti, «lo dirà il piano», replica Mion ad una domanda se le risorse del fondo Atlante siano sufficienti.

Il presidente della Vicentina conferma poi che ci sono contatti con Veneto Banca. «Ma se ci sono alternative ho sempre detto che bisogna vederle», ricorda, evidenziando che l'opzione con Montebelluna «è quella che è venuta in mente a me e, non solo, ma anche ad altri. Se poi ci sono altre soluzioni a me va bene, non è un problema ma al momento non vedo altro».

Mion spiega anche che non ci sono contatti con altri soci. «Secondo me sarebbe tempo perso perché prima bisogna andare con i problemi risolti. Risolvere il problema dei costi, della nuova dimensione della banca, poi vedremo», afferma. «Tutti parlano di fiducia, ma ci vorrà tempo per recuperarla e quindi speriamo nel piano. Nel piano capiremo quali sono i fabbisogni, cosa può fare Atlante e cosa possono fare altri soci», aggiunge Mion.

Anche se «sono esuberi strutturali, ciò non toglie che si tratti di una tragedia, che ci vedrà, per quanto possiamo fare, al fianco dei lavoratori. Del resto, i dati nazionali non ci facevano sperare molto bene sull'esito della vicenda» ha replicato il presidente del Veneto Luca Zaia. «Resta da capire - ha concluso Zaia - il futuro di Popolare di Vicenza e Veneto Banca, rispetto a quello che potrà accadere: spezzettamento, vendita o fusione».

 

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