Caccaro, dal boom al fallimento

A Santa Giustina in Colle ideò un sistema per triturare i rifiuti, poi il crac
L’IMPRESA E IL PAESE L’azienda di Caccaro a Santa Giustina in Colle Un’impresa che risulta in fallimento dal 2009
L’IMPRESA E IL PAESE L’azienda di Caccaro a Santa Giustina in Colle Un’impresa che risulta in fallimento dal 2009
 
SANTA GIUSTINA IN COLLE.
Un self made man del Nordest, un'intuizione imprenditoriale, il piccolo capannone, e poi quello grande, yacht e Ferrari. Nel 2009, il fallimento. Oggi, un paese sotto choc: «A Santa Giustina fa scalpore anche una multa, questa è troppo grossa», commenta un vicino.  Franco Caccaro, passato dai polli ai trituratori per rifiuti. Due sorelle, mamma e papà erano guardiani al casello ferroviario di Fratte di Santa Giustina in Colle; un ragazzo cresciuto a preti e calcio, nell'ambiente del campo sportivo, aveva frequentato gli spazi parrocchiali. Trasportava cassette di plastica per i polli e gli venne l'idea geniale, quella per fare i «schèi»: le cassette ingombranti, non c'era forse qualche problema per smaltirle? E allora non sarebbe stato utile trovare il modo per compattare quella materia? Franco è perito e si ingegna, immagina dei mulini - semplici nella struttura - adatti a macinare la plastica; dalla plastica sarebbe poi passato agli pneumatici, alle auto e agli elettrodomestici. La civiltà dei consumi produce rifiuti, lui li tritura, il ciclo poteva continuare.  Inizia negli anni '90, in un piccolo capannone, sfitto, vicino all'azienda dove lavorava. Tutti si chiedono come possa lasciare un posto sicuro, ma gli è scattata la scintilla, rincorre la sua idea. Di notte disegna, pensa, e la cosa cresce. Ha un paio di soci, che lo sostengono, poi le cose non vanno per il verso giusto, si lasciano; gli ex soci, un perito e un ragioniere, hanno messo in piedi una realtà simile nel Trevigiano. A Santa Giustina tutti sono contenti di Caccaro, dà lavoro a 70 persone, è una risorsa del paese. Nel 2009 il fallimento, c'è un buco di 20 milioni di euro. Caccaro intanto si è sposato, ha una figlia. Partito in via Commerciale a Fratte, si era ampliato in zona industriale. Oggi fuori dalla sua azienda restano erbacce e bandiere sgualcite di tutti i paesi del mondo, dove esportava. «Troppi lussi, troppi sfarzi - commenta un altro vicino. A Santa Giustina in Colle è tanto prendere una multa, questa faccenda non si riesce neanche a comprenderla. Dopo il fallimento non si vede tanto in giro, so che ha aperto una società di commercializzazione di trituratori a Camposampiero».  Don Gigi Tellatin, riferimento regionale di Libera, l'associazione contro le mafie fondata da don Ciotti, sa bene che la criminalità organizzata è inserita al nord: «Non sono sorpreso di queste infiltrazioni mafiose in Veneto - spiega - e voglio dire che, di fronte a questo quadro, non si devono impegnare solo le forze dell'ordine, che fanno la loro parte, ma anche e soprattutto i cittadini, la politica e gli amministratori: è per questo che Libera entra nelle scuole per educare le giovani generazioni alla legalità».  

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