Cacciati dal capannone dopo lo sciopero La polizia alla Sda
Il giorno prima scioperano quattro ore per il mancato rispetto degli accordi sindacali, il giorno dopo trovano il capo stabilimento che gli impedisce di entrare e prendere servizio. È servito l’intervento di due volanti della polizia per far iniziare il turno di lavoro a 22 dipendenti della cooperativa che lavora per conto della Sda in via della Ricerca Scientifica.
«Sono stati spintonati e minacciati» racconta Marco Zanotto di Adl Cobas. «Ma soprattutto erano già stati sostituiti con altra gente che non può compiere le loro mansioni. Un driver, in teoria, non può manovrare un muletto».
È l’ennesima storia di diritti calpestati e lavoro che si trasforma in una trincea, quella che giunge dall’Interporto. Dopo l’ennesimo cambio di cooperativa ci sono questi 22 operai che aspettano da mesi il Tfr e mercoledì, di fronte all’ennesimo rinvio, hanno proclamato prima lo stato di agitazione e poi lo sciopero di quattro ore. Motivo per cui hanno abbandonato il posto di lavoro nel pomeriggio. Sono tutti addetti alla logistica, movimentano merci, caricano i camion che poi partono e arrivano a destinazione.
«Stamattina (ieri) siamo arrivati regolarmente a lavoro» racconta Raduan «ma il capo stabilimento ci ha impedito di entrare. Aveva messo altra gente al nostro posto, con i nostri muletti, in barba a qualsiasi regola o competenza».
La situazione di tensione iniziale è sfociata ben presto nel corpo a corpo, tanto che subito sono accorsi sia i sindacalisti di Adl Cobas che la polizia per evitare che si degenerasse. —
E.FER.
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