Calderoli-Kyenge, Stival rincara la dose: “Offeso l’orango”

PADOVA - Mentre infuria la polemica sulle offese di Roberto Calderoli alla Cecile Kyenge, da lui paragonata a un orango, l’assessore regionale alla protezione civile e ai flussi migratori del Veneto, Daniele Stival, rincara la dose sul suo profilo Facebook. Il leghista condivide una foto della pagina dell’”Antipolitica” in cui campeggia la ministra dell’Integrazione con la scritta testuale: “Siamo profondamente sdegnati per i termini offensivi utilizzati da Calderoli nei confronti di una creatura di Dio quale è l’Orango. Riteniamo vergognoso che si possa paragonare un povero animale indifeso e senza scorta a un ministro congolese”.
L'assessore, da noi interpellato, si spiega così: "Ho solo visto una bella foto di una scimmietta e l'ho postata. La Kyenge è una nostra amica. Se uno non è neanche libero di dire come la pensa... A me non me ne frega nulla di queste polemiche. A noi ci minacciano di morte e nessuno dice niente, invece se la prendono per paragoni ad animali, si vede che oggi va di moda così".
Pochi minuti dopo l'assessore Stival richiama e precisa: "Quando parlavo di scimmietta non mi riferivo alla Kyenge". E ci fa notare che poco più sotto, sempre nel suo profilo Facebook, c'è la foto di una scimmia vera e propria con la scritta: "Dice che la signora Cecilia mi somigli". "Ma di Cecilie ce ne sono tante - avverte il politico della Lega - e mi riferivo a una mia amica". Infine, serio: "Quella di Calderoli è una battuta estrapolata da un comizio, su cui non ho niente da dire, non me ne frega niente".
Immediata la reazione del gruppo del Pd in Consiglio regionale, affidata a un comunicato stampa. "Chiediamo al presidente Zaia di prendere le distanze da Stival e le dimissioni dell'assessore. Si tratta di un comportamento scandaloso", anticipa il consigliere Claudio Sinigaglia.
Nella tarda mattinata arriva anche la retromarcia dell'assessore: «È stata solo una battuta, una delle tante che magari faccio e metto su Facebook, mi rendo conto - aggiunge imbarazzato all'Ansa - che è pesante e me ne dissocio togliendola».
In realtà dal primo pomeriggio spariscono entrambi i profili Facebook di Stival, forse proprio perché pieni di allusioni pesanti alla ministra di colore.
Incalzato in particolare dal Pd, che gli chiede di revocare la delega a Stival, il presidente della Regione Luca Zaia si limita a "tirare le orecchie" al suo assessore: «Non condivido le espressioni di Stival e lo invito a scusarsi e cancellare il post da Facebook. A Stival ricordo, per ricordarlo a me stesso e agli altri assessori, che da noi i veneti si aspettano soluzioni ai loro problemi, come la disoccupazione giovanile e una sanità sempre più efficiente, e non cose come queste».
Di analogo tenore la dichiarazione di Flavio Tosi, segretario nazionale della Liga Veneta/Lega Nord: «Condivido pienamente le parole del presidente Zaia. Chi ha un incarico istituzionale e di responsabilità come l’assessore Stival dovrebbe impiegare il suo tempo e il suo profilo Facebook in modo migliore e diverso».
A chiedere le dimissioni di Stival sono anche Diego Bottacin di Verso Nord («Non è nuovo a prodezze verbali come queste, l’altra volta, quando propose di usare i fucili contro i profughi libici, se la è cavata con le scuse ufficiali in Consiglio. Questa volta se ne deve semplicemente andare a casa») e Scelta Civica: "Recentemente il presidente veneto Luca Zaia ha mostrato interessanti aperture sullo jus culturae, ossia sull'idea che dopo qualche anno trascorso in Italia i giovani stranieri abbiano diritto alla cittadinanza. Mi auguro che Zaia, oltre a ben predicare, razzoli anche in modo adeguato, togliendo le deleghe a Daniele Stival", dice il senatore Gianpiero Dalla Zuanna.
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