Spiaggetta della morte sul Brenta, sorpresi a fare il bagno: arrivano i carabinieri
Malgrado il divieto di balneazione, in molti erano nel fiume. In quella zona di Campo San Martino annegate 10 persone in vent’anni. Sandonà: «Non possiamo attendere l’ennesima tragedia»

Vede una decina di persone in mezzo al Brenta, aggrappate una all’altra per non farsi trascinare dalla corrente, in un’area dove il fiume è letale e il divieto di balneazione è “assoluto” e chiama i carabinieri. Il consigliere regionale Luciano Sandonà ieri attorno alle 14 è passato sul ponte di Campo San Martino e – come fa spesso – ha lanciato uno sguardo a quell’area tragicamente nota come “spiaggetta della morte”. Ha assistito, allibito, all’ennesima sfida al destino: trenta persone in spiaggia, una decina a godersi l’acqua fresca. Il problema è che in poco più di vent’anni si sono verificati dieci annegamenti nello stesso punto ben delimitato, immediatamente a valle del ponte sul Brenta, in un’area che viene comunque frequentata dai bagnanti, nonostante il divieto di balneazione e i cartelli ben visibili.
Tra le vittime si contano due giovani morti il 14 luglio dell’anno scorso, fra cui l’eroe Stefan Cristoiu, un giovane nel 2023, una persona nel 2018 e un’altra ancora nel 2011. «Ero con la mia famiglia», racconta il consigliere regionale, «e ho visto le persone in mezzo al fiume. Il rischio di scivolare e farsi trascinare dalla corrente è terribile. Ho iniziato a suonare e a fare dei gesti, poi ho chiamato le forze dell’ordine».
I sommozzatori dei vigili del fuoco lo sanno bene: quel tratto è considerato ad altissimo rischio per via delle correnti e della conformazione del fondale. «Circa dieci anni fa ho salvato quattro operai stranieri richiamandoli a riva mentre stavano per annegare in quel tratto maledetto: è un’esperienza che non dimenticherò mai e che mi ha convinto, una volta per tutte, dell’estrema pericolosità di quel punto del fiume. Se non si interviene con fermezza, prima o poi ci troveremo di nuovo a piangere un’altra vita», insiste Sandonà.
Il caldo torrido di ieri ha spinto decine di persone a raggiungere quello spazio di natura, ombra, acqua. E qualcuno si è cimentato nel guado. «Non si tratta di vietare la balneazione in tutti i fiumi, ma solo in quel piccolo tratto del Brenta, che ha registrato una concentrazione di incidenti senza eguali nella nostra regione. Ora definiamo le modalità di chiusura, non possiamo attendere la prossima tragedia», conclude il consigliere.
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