Caparezza live a Conegliano «Il razzismo non lo tollero»

CONEGLIANO. Una tavolozza di parole e note per ricreare anche dal vivo l’atmosfera di un gioioso museo, dove salti e balli siano la regola. Caparezza con l’ultimo disco intitolato “Museica”, uscito...
CapaRezza, portrait in the studio of artist Sebastiano Ciarcia. Laurel Canyon, Los Angeles, California. 18 January 2014.
CapaRezza, portrait in the studio of artist Sebastiano Ciarcia. Laurel Canyon, Los Angeles, California. 18 January 2014.

CONEGLIANO. Una tavolozza di parole e note per ricreare anche dal vivo l’atmosfera di un gioioso museo, dove salti e balli siano la regola. Caparezza con l’ultimo disco intitolato “Museica”, uscito ad aprile di quest’anno, ha sposato la storia dell’arte, dal rinascimento alle avanguardie. Con il successivo tour in giro per l’Italia, questa galleria di 19 canzoni, ispirate ad altrettante opere pittoriche, è diventata itinerante. Il variopinto e carnevalesco show imbastito dall’eclettico rapper di Molfetta è in programma stasera alla Zoppas Arena di Conegliano. «Questa data, con quella di Alghero, il 31, rappresenta l’ultima coda del Museica tour», spiega Caparezza, «per dare una possibilità in più a chi non l’aveva visto quest’estate. Da capodanno in poi, il carrozzone verrà accantonato e inizieremo un giro diverso. Per esaudire pressanti richieste abbiamo inserito in scaletta “Argenti Vive”».

Tra una data e l’altra, nel frattempo, il buon Capa, si è anche aggiudicato il premio Tenco come miglior album del 2014: «Sono quasi sempre refrattario ai premi, spesso sono fatti per altri scopi, come quello di ospitare gli artisti premiati. Il caso del Club Tenco mi è sempre sembrato diverso, molto sincero, anche perché può capitare di suonarci anche senza vincere».

Caparezza tocca il tema caldo dell’immigrazione: «Pur essendo italiano mi sento io stesso un immigrato, ho questa sensazione innata. Il razzismo non lo tollero e non tollero l’approssimazione del giudizio. L’ho scritto più volte nelle mie canzoni, anche in “Non siete stato voi”, dove uno stralcio dal verso recita così: “Voi che brucereste come streghe gli immigrati salvo venerare quello nella grotta”». Gesù, dunque, ricorda Caparezza, è un po’ clandestino: «Dirò di più: è uno senza documento che entra a casa tua, e però in questo caso viene venerato». Al suo pubblico queste cose non deve spiegarle. La storia dell’arte, quella invece sì. Ballo, divertimento, intrattenimento, allegria, sono sinonimi di riflessione, cultura e conoscenza. «Sinonimo è un po’ troppo forte», precisa, «ma possono contribuire a veicolare questi significati. Non ho un intento educativo, non voglio certo fare il professorino, non ho mai messo la penna sul foglio con l’idea di scrivere un pezzo per istruire qualcuno o attribuirmi simpatie. Lo faccio per me, con lo scopo finale di creare un genere musicale tutto mio». Prima di salire sul palco? «Chi entra nel mio camerino trova il contrario del rock’n’roll: gente che gioca a scacchi e io che bevo camomilla». A lui serve per le corde vocali (assicura), magari il pubblico, per resistere al vorticoso show dell’artista pugliese, è meglio beva qualcosa di di più vitaminico.

Questa sera, ore 21.30, Zoppas Arena, viale dello Sport, 2 Conegliano. Biglietti 18 euro pdp. Info: 049 8644888

Matteo Marcon

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